Guardavo Clio e Carlo discutere, ma la mia mente era lontana...
volevano un ostaggio, ed io sapevo che l’ostaggio migliore che potessero trovare ero proprio io... un ostaggio perfetto per concedere loro il tempo di trovare il loro principe ed escogitare un piano per salvare Chanty...
e poi c’era Guisgard...
lo guardavo, disteso e privo di sensi... aveva al collo la mia vecchia collana che mai, da quando mia nonna me l’aveva messa, avevo osato togliere... sciocca superstizione, eppure ci credevo.
Carlo aveva detto che avrei messo in pericolo lui, andando con Giacomo... esitai... perché? Perché mai avrebbe dovuto venire a cercarmi? Forse non sarebbe venuto affatto, pensai... senza però comprendere quella fitta che, a quel pensiero, mi aveva lacerato l’anima.
Sfiorai piano i capelli di Guisgard... dolcemente... poi mi voltai verso Carlo...
“Io capisco ciò che dite... comprendo la vostra preoccupazione...” dissi “Ma vedete, milord... a voi occorre un ostaggio... lasciate dunque che sia io, il vostro ostaggio. Avete detto che il bene del regno viene prima di qualsiasi persona... bene, dimostratelo: mandate me! Il vostro piano funzionerà meglio se sarò io ad andare con Giacomo... la mia partenza con lui vi darà abbastanza tempo per cercare il principe Ardena e per escogitare il modo di liberarlo... giacché, fino a che io riuscirò a tenere su di me l’attenzione di Giacomo e dei suoi mandanti, voi sarete liberi di muovervi... io sola posso farlo, ora... io sono la vostra carta fortunata, Carlo: non sprecate la sorte! E poi... poi sono certa che troverete il modo di convincere Guisgard che non vale la pena venire a cercarmi... l’avete convinto che poteva spacciarsi per il principe, in fondo... lo convincerete anche qui questo, dunque!”
Lo fissai per un momento...
“Non perdete altro tempo... ogni momento che mi tenete qui è un momento in meno dedicate al bene del vostro regno!”
Poi accadde qualcosa...
Citazione:
Originalmente inviato da Clio
"Talia.." Sussurrai, attirando l'attenzione della donna.
Le indicai con lo sguardo il tavolo su cui era steso il ferito.
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Mi voltai di scatto e lo vidi...
aveva gli occhi un po’ aperti, il braccio sollevato...
chiusi gli occhi e ringraziai il Cielo... lo ringraziai più e più volte, con l’anima che tremava.
La dottoressa era rientrate e lei e Clio si erano precipitate al suo capezzale, per controllare la sua salute...
anche io avevo fatto mezzo passo avanti, d’istinto... ma subito mi ero bloccata...
scambiai uno sguardo con Carlo, invece...
dovevo andare...
dovevo!
Un ultimo sguardo doloroso a Guisgard, da lontano...
parlargli, solo questo avrei desiderato...
ma sapevo che, se gli avessi parlato, poi non avrei più avuto il coraggio di fare ciò che andava fatto...
mi costrinsi a tornare a guardare Carlo.
Uno sguardo d’intesa...
Poi mi voltai e mi diressi verso l’uscita del Padiglione.