Guisgard tentò di alzarsi, ma Elisabeth e Clio riuscirono a farlo desistere.
Poi la ragazza gli parlò e la dottoressa gli ripulì la ferita.
“Si...” disse annuendo Guisgard “... ora rammento... il Palio, la giostra... poi più nulla... e credo di dovervi la vita...” alle due donne.
Cercò poi un volto fra coloro che lo circondavano.
Ma non lo trovò.
“Dov'è...” mormorò piano “... dov'è Talia?”
Ma la madrina era appena uscita dal padiglione.
Carlo e Sanion la seguirono, ormai convinti di non poterla far desistere.
E sotto gli occhi stupiti dei contradaioli, Talia raggiunse Giacomo e i suoi sgherri.
Il Nero, nel vederla, fu preso da un moto di trionfo.
“Vedo che avete deciso, milady...” fissandola compiaciuta “... andiamo... sono certo che rivedrete Sua Maestà molto presto...” con un ghigno sprezzante ed inquietante.
Ma proprio in quel momento alcuni contradaioli li circondarono.
“Voi non porterete da nessuna parte la nostra madrina.” Disse Ippio. “E se Sua Maestà potesse muoversi, voi sareste già scappato a nascondervi in qualche letamaio.”
“State indietro, bifolchi...” portando la mano sull'elsa della spada Giacomo “... indietro o vi infilzerò uno a uno... io non sono Yrko... con me non riuscireste mai...”
A quella scena assistettero anche Gem, Milord e Pioppo, che stavano lì dopo che Elisabeth era corsa nel padiglione, lasciandoli così.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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