Aiutai la dottoressa a ripulire la ferita, come mi aveva chiesto, per quel che potevo.
Sentii Talia parlare, ma non la vidi avvicinarsi al tavolo, capii che aveva deciso di consegnarsi a Giacomo, ma mi chiesi perchè non volesse vedere il suo campione, dopotutto era sveglio.
Ma, guardandola scomparire dietro le leggere porte del padiglione, capii che probabilmente sarebbe stato troppo doloroso, parlargli e poi andare.
"Oh, io non ho fatto nulla.. è la dottoressa che dovete ringraziare.." dissi con un sorriso all'uomo "..dopotutto io ero in debito con voi..." dissi guardandolo negli occhi.
Potevo sbagliarmi, e non avrebbe dato peso alle mie parole, ma se era chi sospettavo che fosse, avrebbe capito, forse, chi ero in realtà.
Sempre che non avesse dimenticato il mio viso, allora, chiunque fosse, non avrebbe dato peso alle mie parole, e io le avrei giustificate ringraziandolo di aver ucciso Yrko.
Alla domanda su Talia, però, rimasi in silenzio, incapace di proferire parola.
Mi voltai leggermente verso l'uscita del padiglione.
"Lei.." sussurrai quasi, senza riuscire a guardare un'altra volta negli occhi l'uomo.
Come dirgli che si stava consegnando per lui? Si sarebbe alzato e sarebbe corso da lei, mettendo a rischio i punti della ferita.
Ma non potevo nemmeno mentirgli, dicendole che era lì, quando non era vero.
Sospirai, soppesando ogni parola con la dovuta cura pur sapendo che, qualunque cosa avessi detto, non sarebbe stata quella giusta.
"Vi è stata accanto ogni momento.. non vi ha mai lasciato solo.. ora.. ecco..." esitai "..tornerà da voi.. non temete.." dissi, senza sapere se quelle parole mirassero a convincere me stessa o l'uomo che avevo di fronte.
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