Fissai l’uomo, stupita...
Sygma?
Aveva davvero detto Sygma?
Ma come... cosa era possibile? Come poteva, pensai, un uomo del Cinquecento, conoscere Sygma?
Ero sorpresa... forse ero addirittura sconcertata...
Mi alzai, lentamente, e feci qualche passo per la stanza...
“Sygma...” mormorai “Io conosco molto bene Sygma... e voi? E... sapete... non basta qualche collina per fare Sygma... non bastano le case sparse e le pievi per fare Sygma... Sygma è suoni, profumi, sensazioni...”
Esitai...
“Questo luogo è particolare... speciale... ma non è Sygma, non la Sygma che conosco... forse una arcaica, onirica... distante eppure vicina...”
Per lunghi momenti rimasi in silenzio, riflettendo...
Finché le ultime parole dell’uomo mi destarono da tutti i miei pensieri...
Citazione:
Originalmente inviato da Guisgard
IEra un frate.
“Fra tre giorni” aggiunse “saranno tredici giorni dopo i cento regolari... tutto questo finirà e con esso anche le vostre preoccupazioni e quelle dei vostri amici...”
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Mi voltai di scatto e lo fissai...
un monaco...
e fui di nuovo persuasa da mille strane sensazioni contrastanti...
il mio libo, gli studi... la regina, il cavaliere, il monaco...
scossi la testa e mi costrinsi a mettere da parte quei pensieri, almeno per in momento...
“Cosa avete detto?” chiesi allora, avvicinandomi “Tredici giorni? Tredici giorni dopo i cento... ma... i cento giorni da cosa?”
Esitai...
“Cosa accadrà tra tre giorni?” domandai, ed improvvisamente mi sentii tesa...