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Vecchio 09-08-2013, 17.26.44   #2096
Clio
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Clio sarà presto famosoClio sarà presto famoso
Annuii a Guisgard.
"Beh, la pensiamo allo stesso modo.." dissi sorridendo.
Ma poi, quegli strani rumori, quella litania si diffuse intorno a noi.
E la reazione della ragazza mi colpì profondamente.
Non c'era tempo.
Tempo per cosa?
Cosa voleva dire con: "Mi chiuderanno fuori"?
Tutto in quella foresta sembrava aver perso il nume della ragione.
Quando si allontanò, e un innaturale silenzio si sparse intorno a noi, un senso di inquietudine e una fitta dolorosa mi investì.
Già, pensai, anche per me non c'era più tempo, ne era passato troppo.
Ormai, sapevo che la mia missione era perduta, che non avrei mai visto il principe nè avrei potuto lottare per lui.
Abbassai gli occhi e cercai di respirare piano, non dovevo più pensarci ormai, importava solo che lui fosse libero e migliore.
Dovevamo trovare Talia ora, solo questo contava.
Sperai soltanto che i miei sforzi non fossero stati vani, che i contradaioli fossero riusciti a liberarlo, anche senza di me.
Infondo, non ero nessuno, anche se io avevo giocato le mie carte come meglio potevo, le cose erano andate diversamente da come immaginavo, non avevo avuto la possibilità di fare la mia parte, probabilmente quel biglietto non significava niente.
Cercai di fermare la tristezza che mi invase, ma mischiata alla desolazione e al silenzio lasciato da quel vento, era davvero troppa.
E per fermarla mi aggrappai, quasi senza accorgermene, al ricordo più felice che possedevo.

"Ben svegliato.." dissi sorridendo, vedendolo entrare nella stanza.
"Buongiorno.." rispose lui con voce assonnata, poi sgranò gli occhi "..e tutta quella roba?".
"Frittelle per farmi perdonare.." sorridendo.
"Perdonare che cosa? Anzi, ti devi addormentare sul mio divano più spesso, se queste sono le conseguenze..".
Mi voltai perchè non vedesse la mia espressione.
"Caffè?"
"Si, grazie..".
Mi sedetti accanto a lui, e mi servii.
"Tranquilla, capisco che veder giocare il Chelsea sia noiosissimo… eh.." disse strizzando l'occhio.
"Ma va che l'ho vista tutta la partita, cosa credi.. sono stati i festeggiamenti a farmi crollare.." ridendo "Voglio dire.. vuoi mettere..".
"Ci pensi? Chi li sopporta più adesso?" scuotendo la testa.
"Andranno avanti per tutta la stagione, te lo dico io..".
"Ci pensi mai?" disse, pensieroso.
"A cosa?".
"A quanto è diverso per quelli come loro..".
Sgranai gli occhi "Adesso sei invidioso del Chelsea?".
"No non dico quello, stai scherzando.. è solo che..".
"Ti dico una cosa.." lo interruppi "…non cambierei la nostra festa per il ritorno in Premier con la loro da Campioni d'Europa neanche tra un milione di anni… dicano quello che volgiono".
Lui annuii, sorridendo.
"Anzi, ti dico di più…" brandendo la tazza del caffè come minaccia "..aspetteremo i Campioni d'Europa, tutti tronfi.. e gli toglieremo quel sorrisino compiaciuto in meno di novanta minuti.. sono pronta a scommetere adesso..".
"Vai, andata.." disse ridendo.
"Qua la mano..".
"Ottimo.." stringendo la mano che gli porgevo.
Mi alzai per mettere i piatti nel lavandino.
"Cosa fai oggi?" mi chiese, voltandosi all'indietro.
"Ricerche, e studio.. ormai.. il mio Morfeo mi attende..".
"Giusto.." sorridendo.
"Tu?"
"Lavoro..".
Annuii.
"Ti va un cinema stasera? So che gli altri hanno una festa di alcuni loro amici.. andiamo io e te soli?".
Mi bloccai col piatto in mano, e lo posai molto lentamente.
Da soli, da soli io e lui.
Il cuore accellerò e sentii le guance avvampare all'improvviso.
Dovevo stare calma, non era mica la prima volta che stavamo soli, anzi.
La situazione mi stava sfuggendo di mano, dovevo riuscire a controllare, ad ingabbiare quel sentimento prima che mi portasse sull'orlo del baratro.
"Clio? Mi hai sentito?" disse piano.
Non risposi, non riuscivo a parlare.
Era così difficile essere calma e naturale in sua presenza, non sentire le gambe che mi cedevano e il cuore che batteva talmente forte da farmi male.
"Allora.." una voce alle mie spalle.
Sobbalzai.
Lo sentii dietro di me, cingermi con le braccia e posare il viso sulla mia spalla.
Trattenere le lacrime fu davvero difficile. Non ero mai stata tanto felice.
"Scusa.." dissi infine "Cos'hai detto?".
"Se ti andava di andare al cinema.. però, ti dicevo, siamo soli..".
Mi posò un lieve bacio sulla guancia e si allontanò.
Dovetti respirare più volte prima di riuscire a rispondere.
"Si, certo.. scegli pure tu.. tanto conosci i miei gusti..".
"Meglio di chiunque altro.." disse, ridendo.
Aveva ragione.
"Beh, devo andare ora.." dissi, riuscendo finalmente a guardarlo negli occhi.
Lui annuii.
"Aspetta, ti accompagno alla porta..".
Così fece.
"Grazie ancora e, scusa.." dissi sorridendo.
"Mica mi serviva il divano..".
"Beh, potevi svegliarmi…".
"Ma se dormivi come un angioletto.. sei la mia migliore amica, mica ti mando via mezza addormentata nel cuore della notte..".
Sorrisi, guardandolo negli occhi.
"Adesso.. non esageriamo.. comunque grazie..".
"Grazie a te della splendida colazione.. fortunato l'uomo a cui la preparerai ogni giorno..".
Sorrisi, un sorriso doloroso e triste.
"Cosa sono quegli occhioni?" Disse, accorgendosi che avevo cambiato espressione.
Tuttavia, fraintese fortunatamente il suo significato.
"Niente, niente.." mi affrettai a dire.
"Vieni qui..". E senza che potessi replicare, mi abbracciò forte, e per un momento rimasi stretta a lui.
E per un momento, il cuore smise di far male.
"Ti voglio un bene dell'anima, Clio.. lo sai?" disse dolcemente "Non voglio vederti quegli occhioni tristi..".
Ecco, quello mi avrebbe dato la forza di affrontare un anno intero.
"Ma non dirlo mica in giro eh.. ho una reputazione da rispettare…" continuò ridendo.
"Che scemo! Beh, anche io ti voglio bene, Lucio.." dissi "..non sai quanto.." mormorai.
Per quanto mi costasse, mi divincolai dall'abbraccio e lui mi sorrise.
"Allora ci vediamo alle otto al solito posto?".
Annuii.
"Buona giornata, Lucio.. a dopo..".
"Buona giornata, Clio..".


Funzionava sempre.
Il ricordo di quella mattina, di quei gesti d'affetto inaspettati e spontanei, riusciva a cancellare ogni tristezza.
Soprattutto se evitavo di pensare a ciò che era successo dopo.
Quel viaggio mi aveva decisamente indebolita, la mia corazza di ghiaccio sembrava essersi sciolta al sole, e troppe emozioni mi colpivano. Troppe, non potevo permetterlo.
Respirai, piano, per ritrovare quella calma e quel distacco che mi erano vitali per andare avanti.
Alzai gli occhi e guardai i miei compagni di viaggio.
"Andiamo avanti.." dissi piano "dobbiamo ancora trovare Talia.. questo posto ha sempre meno senso ma lei è qui da qualche parte, sempre che il Nero non l'abbia già trovata" sorrisi "..magari anche lui si è perso in questa foresta..".
Restai per un momento pensierosa. "Se tenete alla Gioia?" dissi, corrucciando la fronte.
"Quale Gioia? Che cosa avrà voluto dire?".
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