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Vecchio 30-08-2013, 03.14.05   #7606
Guisgard
Cavaliere della Tavola Rotonda
 
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Cavaliere della tavola rotonda
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Residenza: Dalla terra più nobile che sorge sotto il cielo
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Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
E anche stanotte si è concluso il mio giro d'ispezione...
La bella festa di ieri è terminata e il nostro reame è tornato ad addormentarsi, come ogni notte, tra le stradine che scorrono lungo il borgo arroccato, i bastioni monumentali, le guglie dorate e i campanili slanciati.
Le mura merlate corrono tutt'intorno a questo regno fatto di incanti e sogni, come a volerlo racchiudere e celare agli occhi dei viaggiatori increduli, quelli che non credono alla magia, all'avventura ai desideri.
Noi invece siamo fortunati perchè ogni notte assistiamo a qualcosa di meraviglioso e magico.
A noi ogni notte le stelle raccontano una storia fatta di cavalieri e dame, imprese e amori, guerre e trionfi.
E non so perchè, ma stanotte mi è tornata alla mente la storia che udii al mio arrivo a Camelot.
Era un pomeriggio di Luglio e non avevo nulla con me.
E fra le strade di questo regno il mio sguardo cadde sulla porta del Grande Teatro.
Non so perchè, ma vi entrai.
Il sipario era alzato ma il palcoscenico, come la platea, era vuoto.
Una penombra silenziosa dominava ovunque, dando strane espressioni alle maschere e inquieti colori ai costumi ammassati nei bauli.
Ma solo qualche istante dopo mi accorsi di non essere da solo in quel luogo.
Sul palco, infatti, vi era qualcuno.
Era un cavaliere seduto a terra che fissava la Luna di cartapesta che pendeva dal soffitto.
Il rozzo scenario raffigurava poi un balcone vuoto, dal quale scendevano, come pendagli, fiori dai vari colori.
E davanti a quella scena restai a fissare in silenzio, quasi religioso, il cavaliere immerso in quello scenario tanto sognante quanto enigmatico.
“Lo spettacolo è interrotto...” disse all'improvviso senza voltarsi.
“Scusatemi, era aperto ed io...” mormorai.
“Ho detto interrotto, non terminato...” fece lui.
Io non risposi nulla.
“E se lei non esistesse?” Con tono teatrale lui. “Se fosse tutta un'illusione? Se avessero ragione loro?”
“Loro chi?” Chiesi io.
“Le comparse...” poi scosse il capo “... no, loro non hanno mai ragione... non possono conoscere il copione... non sanno le battute, non possono improvvisare, ma solo riempire la scena come mute ombre...” si voltò finalmente a guardarmi.
Era un cavaliere bellissimo, dai chiari occhi azzurri.
“Se crediamo davvero in qualcosa” continuò lui “oltre tutto e tutti, allora non può non esistere ciò che cerchiamo...” sorrise “... vuoi vedere lo spettacolo o parteciparvi?”
“Posso davvero?” Stupito io.
“Certo.” Annuì lui. “Purchè tu abbia una maschera, un costume ed un ruolo.”
“Cercherò nei bauli!” Esclamai io.
“No, non serve...” alzandosi lui “... ti darò io una maschera ed un costume...”
“Davvero?”
“Si...” rispose lui “... e ti insegnerò a tirare di spada e ad amare... sarò questo il tuo ruolo...” mi diede allora la sua spada ed un fiore che aveva intrecciato sulla camicia.
“Una margherita?” Stupito io. “Perchè?”
“Perchè non ti occorre altro per essere Guisgard...”
Si calò la maschera e svanì tra il sipario e la penombra del teatro...


Buonanotte, Camelot...
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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