Jacopo, destato dai suoi pensieri da quelle parole di Talia, si scosse quasi con un sorriso, per poi prendere nella sua mano quella della giovane moglie.
“Nulla di importante...” disse fissandola “... solo le solite questioni che angustiano l'umore del Capitano della Guardia Reale...” sorrise ancora, stavolta con più naturalezza “... messer Simone manca da un bel po' da Sygma e rivederlo ha riacceso in me vecchi ricordi... ora però, in quanto viceprocuratore del re, lavorerò con lui riguardo alla faccenda del quadro di Santa Felicita...”
La locanda era praticamente vuota e quasi tutti i tavoli erano liberi.
I tre avevano così potuto scegliere quello più vicino alla finestra.
Jacopo afferrò subito il boccale col vino, ma Simone lo prese dalla sua mano.
“Piano...” disse “... piano, soldato... prima a me...” riempendo il suo bicchiere “... poi a lui...” versando il vino in quello di Massimo “... e poi a te...” facendo lo stesso col bicchiere del giovane militare “... salute!” E i tre brindarono.
“Eh...” fece Simone fissando il soldato “... povero Jacopo...” e scambiò una rapida occhiata con Massimo che avidamente riempiva ancora il suo bicchiere.
Il militare infatti se ne stava in silenzio, con lo sguardo cupo e l'espressione accigliata.
“Non è mica gentile” disse poi Massimo “starsene zitto e tenere tutto dentro...”
“Lascialo stare...” mormorò Simone “... non vedi che gli secca?”
“No.” Esclamò Massimo. “Brutto affare amare una ragazza e quella invece magari non ricambia.” Scuotendo il capo.
“E' libera di amare chi vuole.” Fissandolo con disprezzo Jacopo.
“Ah, già già...” mormorò Massimo “... e poi ormai... magari i buoni partiti aumenteranno in città...”
Jacopo lo guardò con occhi ancora più duri.
“Pare infatti che il nostro vecchio re” continuò Massimo “voglia appianare l'astio tra i clericali e voi mangiapreti... e so che Binardi vuol stringere accordi e alleanze con la vostra fazione... dunque chi fino a ieri è stato vostro nemico, da domani magari sarà vostro alleato... o parente, chissà...”
Jacopo quasi trasalì a quelle parole.
“E i figli del buon Binardi” aggiunse Massimo “si sentono già quasi i padroni di Sygma... soprattutto uno...” e guardò Simone “... vedessi... alza già polvere lui!”
Simone rise e scosse lievemente il capo.
“Si!” Battendo la mano sul tavolo Massimo. “E poi lui è mio amico! E mi ha anche offerto un lavoro nella loro compagnia! Alla sua salute!” E alzò il bicchiere con gesto di chi vuol brindare.
“Brindiamo...” prendendo la parola Simone “... alla salute del prossimo capo mercante di Sygma, nonostante sia uno straniero, un Capomazdese... brinda anche tu Jacopo... e poi è pure tuo amico...”
Simone e Massimo brindarono ma Jacopo fece solo finta di bere, rimettendo poi giù il bicchiere, senza aver toccato neanche un sorso di vino in quello strano brindisi.
“Rientriamo in casa ora...” fece Jacopo “... e poi dobbiamo ancora decidere della nostra Luna di Miele, rammenti?”
Ma proprio in quel momento arrivò un calesse davanti al cancello del loro palazzo.
Vi scese una donna e subito i servitori la fecero entrare.
“Lady Silvia...” salutandola Jacopo “... che sorpresa...”
“Capitano...” sorridendo la donna “... lady Talia...” salutando poi anche la ragazza “... in città pare ci sia fermento... e non solo per la storia del quadro...”
“A cosa vi riferite?” Incuriosito il capitano.
“Non l'avete saputo?” Fissandoli Silvia. “Pare sia stata affittata la residenza dei Lorena...”
“Affittata?” Ripetè Jacopo.
“Si...” annuì Silvia “... da uno straniero dicono... del resto chi è così ricco qui da poter affittare un simile palazzo?”
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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