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Vecchio 09-09-2013, 01.36.48   #83
Clio
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Clio sarà presto famosoClio sarà presto famoso
Lanciai al mercante uno sguardo sprezzante.
Il denaro.. già, pensai, come poteva quell'uomo pensarla diversamente?
Uomini come lui non riuscivano ad immaginare che nella vita possa esistere altro, qualcosa di più alto, nobile e puro.
"La verità è molto più semplice, in realtà.." dissi, portando nuovamente lo sguardo sulla strada.
Sorrisi, senza voltarmi verso di lui "…credo sia semplicemente… sete di avventura..".
Poco dopo, arrivammo a Sygma, e io mi guardai intorno, avida di dettagli.
Era esattamente come l'avevo sempre immaginata, colorata, viva, gremita di gente, così diversa da casa mia.
Osservai le strade, le vivaci insegne che spiccavano sulla via, il via vai incessante per le strade.
I palazzi, imponenti e lussuosi, contrastavano con la semplicità delle vesti di molti viaggiatori richiamati a Sygma dalla storia del quadro.
Poi, mentre il mio sguardo vagava, cullato da una ritrovata allegria, lo vidi: intagliato in un legno antico, sulla facciata di un palazzo, lo stemma della fenice.
Sbattei le palpebre un paio di volte, pensando di essermelo immaginato. Ma lo stemma era sempre lì, chiaro come il cielo sopra di me, una fenice che regge una spada.
Sospirai, ma ero a Sygma, dopotutto, avrei dovuto immaginarmelo.

Nel salone delle feste, illuminato da grandi fiaccole alle pareti che riflettevano la luce sui sontuosi specchi, dame riccamente vestite e nobili rampolli delle più illustri famiglie del regno volteggiavano sulle note di dodici violini, chiamati per l'occasione.
Non avevo mai amato le serate di gala, non si faceva che parlare di abiti, gioielli, e commentare il miglior partito sulla piazza, o l'avventuriero giunto da un paese lontano, come se noi fanciulle avessimo mai avuto voce in capitolo su queste cose.
I ragazzi, in realtà, non erano da meno, ma almeno parlavano di caccia, armi e si vantavano dell'ultima conquista.
Solo i più anziani parlavano di politica, ma sapevo bene di dover stare lontana da loro, o avrei rischiato di mettere mio padre in imbarazzo.
Così, senza molta convinzione, mi ritrovavo a volteggiare tra le braccia di giovani uomini che non guardavo mai negli occhi.
Amavo quel particolare ballo: dopo una giravolta e un mezzo giro, il cavaliere cambiava dama.
Era davvero il mio ballo preferito, non sarei riuscita a rimanere per un'intera canzone con lo stesso ragazzo, avrei dovuto come minimo guardarlo in faccia, e si sarebbe di certo accorto del mio disappunto.
Ma, d'un tratto, qualcuno sussurrò.
"Devo dire che questo era l'ultimo posto dove pensavo di incontrarvi.." riconobbi la voce all'istante, e trasalii.
Una giravolta e mi ritrovai con gli occhi nei suoi.
"Stavo curando quel cervo da ore…" disse, con disappunto.
Un passo verso destra, e fummo di nuovo lontani.
"Se avete una pessima mira non è colpa mia.." dissi mentre mi attirava nuovamente a sé.
Mi guardò intensamente, e si avvicinò alla dama davanti a me, così come un nuovo cavaliere mi prese la mano.
Dopo un giro, mi ritrovai nuovamente tra le sue braccia.
"Quel cervo era mio.." e mi fece fare una giravolta.
"Cacciavate nella mia proprietà.. era mio in partenza.." quando fummo di nuovo l'uno di fronte all'altro.
Non ci fu un terzo giro, la canzone finì, e io cercai di dileguarmi per evitare di essere invitata, raggiungendo il terrazzo.
L'aria era fresca e, anche se l'intero giardino ci divideva, potevo sentire la brezza marina salire dalla scogliera, e il rumore delle onde.
"Siete sempre così sfuggente?" una voce alle mie spalle.
"Solo con chi mi annoia.." risposi secca, cercando di nascondere che, in realtà, stavo sorridendo.
"E io vi annoio, milady?" disse con voce sinceramente sorpresa.
Mi voltai e lo guardai negli occhi, senza smettere di sorridere.
"Affatto.."
"Non abbiamo avuto il tempo di presentarci, oggi.." si inchinò e mi baciò la mano "..Sono il Conte Fiosari.. ma, vi prego, chiamatemi solo Roberto..".
Repressi un risolino divertito.
"Clio.. Clio de' Sartel.."
Sbiancò "..io, non immaginavo che voi.." balbettò.
Lo fermai con un cenno della mano.
"Dunque venite da Sygma…" dissi, cambiando discorso "..ora capisco perchè non mi avete riconosciuto, questa mattina..".
"Come conoscete la mia casata?" stupito, lui.
"Temo che la mia istruzione comprenda conoscere tutte le famiglie nobili non soltanto del regno e anche del continente.. con anche i relativi stemmi, naturalmente… vediamo, il vostro è, se non vado errato, una fenice che regge una spada.. ho indovinato?".
"Precisamente…" con gli occhi sgranati.
Sorrisi "..bene.." e mi voltai nuovamente ad osservare il giardino davanti a noi, dove le fontane creavano splendidi giochi d'acqua.
"Eppure non me lo spiego.." disse, senza avvicinarsi.
"Che cosa?" senza voltarmi.
"Cosa ci faceva una ragazza come voi nel bosco, vestita da uomo e con un arco in mano?".
"Vi aspettavate che andassi a caccia con questo bel vestito, e portassi con me un ago da ricamo?" girandomi a guardarlo con fare interrogativo.
"Avete ragione, in effetti.." sorridendo.
"Che discorsi, io ho sempre ragione!" Strizzando l'occhio.
Restammo a guardarci per alcuni istanti finchè, una delle ospiti mi venne a chiamare, sostenendo che era assolutamente necessaria la mia presenza.
Gli porsi la mano perchè la baciasse, e lui lo fece con un inchino galante.
"Quando posso rivedervi?" sussurrò quasi.
"Non potete, in realtà.." sorridendo "..ma poi, ditemi, Roberto.. quale dama volete rivedere? Quella con cui avete danzato, o quella che vi ha rubato una succulenta preda da sotto il naso?" con aria interrogativa.
Lui sorrise "… In realtà, non riesco a immaginare l'una senza l'altra..".
Lo scrutai attentamente.
"Non vi spaventa il fatto che una donna abbia la mira migliore della vostra?" con un sorriso scherzoso, ma in tono serio.
"Al contrario, milady.. al contrario..".


Mi accorsi che il mercante mi stava parlando, e mi girai verso di lui.
"Cosa? Oh, si certo.. sono sicura che ci verranno date istruzioni.. per adesso, la locanda andrà benissimo" dissi, decisa.
Mi passò per la mente l'idea di andare a bussare alla sua porta, avrei giurato di potermi fidare di lui.
Ma erano tre anni ormai che era tornato a Sygma per sposarsi, per quanto ne sapevo poteva avere anche un paio di bambini in giro per casa.
No, pensai, meglio non rinvangare il passato, infondo tra noi non c'erano stati che sguardi e pensieri inespressi, non avevamo mai fatto una conversazione diversa da quella che avrei potuto fare io con mio fratello e lui con un qualunque ragazzo della sua età.
Così, salutai il mercante e mi diressi alla locanda gremita, sperando di trovare una stanza libera e qualcosa da mangiare.
L'indomani avrei pensato a trovare le indicazioni necessarie per la faccenda del quadro.

Ultima modifica di Clio : 09-09-2013 alle ore 01.42.57.
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