Beh, la giustificazione può forse trovarsi nel fatto che l' "umanità" per come la intendiamo noi lì non esiste. E' un concetto occidentale.
Lì la morte non è il peggiore dei mali possibili, il disonore lo è. Essi non comprendono la necessità della prigionia, quando una morte e una successiva incarnazione possono lavare via l'onta del disonore dalla memoria dei loro cari.
Ma non voglio limitarmi a citare soltanto le cose che mi hanno colpito in negativo. Vi giuro sul mio onore che mai in vita mia ho assistito a un tale ordine, a una tale disciplina sociale, a un tale affiatamento e a una tale collaborazione fra singoli. Gli abitanti di Cipango sono come delle formiche: ordinate, infaticabili, dove cade l'una subentra un'altra a prenderne il posto. Questo fa sì che non solo essi riescano a sfornare degli eserciti formidabili, ma che tutto ciò che ad essi rimanda conduca nella mente del forestiero irrimediabilmente a una e una sola parola: armonia.
Se solo riuscissimo a fondere quelle che sono le loro virtù alle nostre, penso che forse quell'Eden che abbiamo perduto potrebbe essere ricostituito.
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Un Cavaliere è devoto al valore, il suo cuore conosce solo la virtù,
la sua spada difende i bisognosi, la sua forza sostiene i deboli,
le sue parole dicono solo verità, la sua ira si abbatte sui malvagi
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