Seguii la guardia in silenzio, attraverso quelle stanze elegantemente arredate.
Mi guardai intorno e, d'un tratto, sorrisi: allora c'era il giardino.
Entrammo nella piccola saletta e il mio sguardo si posò sulla figura accanto alla finestra.
Roberto..
Il mio viso si illuminò nel vederlo, da quanto tempo non vedevo un volto amico?
Non era cambiato in quei tre anni.
Mi avvicinai a lui, cercando di non sporcare troppo col mio mantello fradicio.
"Sono in un mare di guai.." dissi con una smorfia, senza rispondere alla sua prima domanda.
"Non hai saputo?" dissi poi, cercando i suoi occhi con i miei "Crysa è messa a ferro e fuoco.. I ricchi borghesi, banchieri, mercanti, e quelli che pretendevano di entrare nell'alta società, hanno aizzato la folla.. sostenengono che la nobiltà sia solo tirannide.. che solo dando il potere a loro i cittadini saranno davvero liberi.. come se fossero migliori.." scossi la testa "...sono caduti tutti.. tutti.." la voce iniziò a tremarmi "...non hanno risparmiato nessuno, donne, bambini, persino neonati.. ed espongono le teste dei nobili sulle mura dei loro palazzi.. se qualcuno riesce a scappare, mettono una taglia talmente alta che nessuno si è salvato... sono in troppi... alcuni vengono anche dal continente, quasi fosse una crociata.. hanno armi moderne ed efficienti.. noi... insomma siamo in pace da almeno un secolo.. hai visto com'è il nostro esercito.. mio padre certo non è un guerrafondaio... siamo rimasti soli, e senza alleati.. per quanto ogni tanto qualche cadetto riuscisse a scappare per rifugiarsi a palazzo.. solo i contadini ci hanno appoggiato, non credendo alle menzogne dei nuovi ricchi.. ma stanno pagando un prezzo troppo alto per la loro lealtà..".
Sospirai, stavo parlando troppo, probabilmente conosceva ogni cosa.
"Scusa, sto divagando... ho lasciato Crysa dieci giorni fa, più o meno.. il palazzo si preparava all'assedio finale e mio padre mi ha obbligato ad andarmene, a mettere in salvo me stessa e la nostra eredità..." allargando il mantello per mostrargli la spada.
Gli occhi mi si riempirono di lacrime, ma le trattenni, a fatica "..Non so nemmeno se abbiano resistito.. non so nemmeno se.." non riuscii a finire la frase, se avessi detto anche solo un'altra parola sarei scoppiata in lacrime.
E non potevo certo farmi vedere in quello stato.
Trassi un profondo respiro e rialzai lo sguardo verso di lui.
"Ho bisogno del tuo aiuto, Roberto... non mi fiderei di nessun'altro... non so nemmeno cosa chiederti, in realtà, asilo, protezione.. una via di fuga... e discrezione.. nessuno sa che sono qui.." chiusi gli occhi per la rabbia, rammentando il maniscalco "...forse no, ho incontrato un uomo ieri.. lavorava per mio padre, è una lunga storia.. ma credo mi abbia riconosciuto anche se ha fatto finta di non conoscermi..".
Scossi la testa "Ti prego, dimmi che posso contare sul tuo aiuto... non ti avrei immischiato in questa storia se non ne fossi stata costretta.." sorrisi "...ti ho sempre augurato di essere felice, e arrivo io a scombussolarti i piani.." continuai a guardarlo negli occhi "...io ti ho parlato anche fin troppo di me, dimmi, piuttosto.. come procede al tua vita in questa bella città?".
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