Disattivato
Registrazione: 16-09-2012
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Alzai lo sguardo verso Roberto e sorrisi.
"Lo sai che hai detto la stessa identica cosa il giorno del nostro incontro? Intendo.. che mi dovevo trovare degli abiti da ragazza.. mi sembra passata un'eternità da allora..".
Mi alzai e tesi la mano verso la sua, per prendergli la collana che teneva ancora stretta "..grazie, davvero…" sfiorandolo leggermente, mentre l'orchidea cadeva nella mia mano.
Gli sorrisi nuovamente e seguii il domestico verso la stanza degli ospiti.
Durante il tragitto gli rammentai che avevo lasciato il mio cavallo in custodia delle guardie all'ingresso, chiedendogli se poteva portarlo in un luogo asciutto e pulito.
La stanza era ampia e spaziosa, arredata all'europea, con mobili eleganti e soprammobili esotici.
Un grande armadio torreggiava in fianco al letto sontuoso, e uno specchio enorme occupava la parete settentrionale.
La finestra, coperta dai tendaggi, dava, con mio molto piacere, sul giardino e non sulla strada.
Ringraziai il domestico e diedi istruzioni perché mi venisse portata l'acqua per il bagno.
Non ero stanca, dal maniscalco avevo dormito anche troppo, ma mi sentivo sporca e fradicia.
Quando l'uomo se ne andò, rimasi sola in quella stanza, e mi sentii in pace, per la prima volta dopo tanto tempo.
Non era l'ambiente sfarzoso, o il silenzio della solitudine, ma il fatto di sapere che nessuno mi stava braccando.
Così, mi concessi un lungo bagno, sperando che l'acqua potesse lavare via anche le preoccupazioni.
Poi, aprii l'armadio, e vi trovai molti abiti di vario genere.
Li guardai uno ad uno, finché non ne trovai uno adatto.
Era un abito bordeaux, con inserti bianchi, che ben ravvivava la mia carnagione chiarissima.
L'ampia scollatura era impreziosita da una fila di pietre rosse, che riflettevano la luce.
Ma, in mancanza di altri gioielli, non conferivano all'abito un'apparenza troppo sontuosa.
Era un abito perfetto per delle passeggiate in giardino nei lunghi pomeriggi autunnali, non certo per un ricevimento.
Era davvero perfetto.
Per un momento, mentre allacciavo a fatica lo stretto corpetto o sistemavo la sottogonna, dimenticai ogni cosa, dov'ero, cos'era successo.
E fui grata a quella frivolezza per avermi distolto dai miei pensieri.
Notai che in mobiletto accanto c'erano dei cappelli abbinati agli abiti, ne scelsi uno del medesimo colore del vestito.
A Crysa non si usava ancora abbinare cappelli ai vestiti, ma avevo sentito tante dame che parlavano della moda continentale.
Così, decisi di provarlo, mi avrebbe protetto sia dal sole che da sguardi indiscreti.
Una volta indossata l'orchidea, ero pronta.
Com'era diversa la mia immagine riflessa nello specchio, ora.
Sorrisi e mi avviai verso il giardino, dove sapevo che avrei trovato Roberto.
"Ehi.." dissi, vedendolo da lontano "..Buongiorno, cugino..".
Lo raggiunsi e sorrisi, guardandolo negli occhi.
"Lo sai che non hai risposto alla domanda più importante prima?" dissi, corrucciando la fronte "..come stai?" con un nuovo sorriso.
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