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Vecchio 12-09-2013, 19.10.47   #193
Guisgard
Cavaliere della Tavola Rotonda
 
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Cavaliere della tavola rotonda
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Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
Quelle persone indicarono ad Altea dove si trovava l'albergo e la ragazza lo raggiunse abbastanza velocemente.
E negli alloggi di Azable ritrovò lo stesso barone e alcuni dei suoi.
Mancava infatti solo Mussan, impegnato a procurare gli inviti.
“Finalmente, milady...” disse Azable vedendola rientrare “... aspettavamo voi... su, ora andremo a prendere i gioielli che indosserete alla festa... Kos verrà con noi...”
Ed uscirono.
Passeggiarono così per la città, nella zona del ponte, famosa per i suoi orafi.
“Ora ammirerete cosa sa escogitare il mio genio, milady.” Fece Azable.
Alla fine il barone scelse una gioielleria e fece cenno a Kos di entrare.
“Hai il denaro con te?” Chiese.
“Si, barone.” Annuì l'omone. “Ho preso tutto ciò che era rimasto in cassa.”
“Vai, dunque.” Ordinò Azable.
Kos entrò nella gioielleria e si avvicinò al banco.
“Salute a voi...”
“Prego, messere.” Fece il gioielliere.
“Sono un servitore della baronessa Victoria Mc Parker...” spiegò Kos “... vedete, ella è molto ricca ma affetta da una curiosa malattia... appena vede qualcosa di prezioso, inconsciamente, è tentata di rubarlo... naturalmente non lo fa per bisogno, essendo ricchissima, e dunque, appena ritorna in sé si rammarica di ciò... e allora manda me, suo fedele servitore, a rimediare... sto girando le gioiellerie di tutta la città per saldare questi debiti, diciamo così... vi chiedo dunque... è venuta qui stamani la baronessa? Vi manca qualcosa?”
Il gioielliere, fiutando l'affare, finse di controllare nella sua vetrina e rammaricato si voltò verso Kos:
“In effetti ora mi accorgo che manca qualcosa... un bracciale... non molto prezioso invero...”
“Ditemi solo quanto vi devo.” Fece Kos.
“Beh...” mormorò il gioielliere “... facendo due conti... sono cento Fiorini...”
“Presto fatto.” Mettendo il denaro sul banco Kos. “Vi pregherei però massima riservatezza.”
“Assolutamente.” Disse il gioielliere. “La baronessa può stare tranquilla.”
“E un'altra cosa...”
“Vi ascolto.”
“Se dovesse tornare e rubare qualcosa...” fissandolo Kos “... qualunque cosa... anche la più preziosa... voi lasciatela fare... poi ripasserò io e come ho fatto adesso vi ripagherò... intesi?”
“Assolutamente, messere.” Garbatamente il gioielliere. “Quando entrerà la baronessa io e il mio commesso fingeremo di sistemare il retro del la bottega... così nessuno correrà il rischio di mettere in imbarazzo la baronessa.”
“Grazie.” Annuì Kos ed uscì.
“Ma...” fece il commesso “... non è venuta nessuna baronessa qui, signore...”
“Sta zitto, idiota...” lo riprese il gioielliere “... abbiamo guadagnato cento fiorini senza vendere nulla.” E rise.
Kos poi raggiunse Altea e Azable che erano dall'altra parte del ponte.
“Com'è andata?” Chiese il barone.
“Tutto come previsto.” Rispose Kos. “Naturalmente il gioielliere ne ha approfittato e mi ha spillato del denaro.”
“Recupereremo tutto con gli interessi.” Sicuro di sè Azable.
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