La mia anima era tormentata, guardavo le gioiellerie unite e vicine come tante piccole casupole su quel ponte ad abbellire quel tratto del fiume...io dovevo rubare...diventare una ladra. Trattenni le lacrime e mille pensieri riaffioravano in me...
La balia mi pettinava i lunghi capelli biondi e rideva di alcuni avvenimenti di quando ero piccina...la sera era un momento sereno per lei a rammentare di come mi aveva allevata e di quante ne avevo combinate.
Ridevamo assieme e a un tratto sentimmo bussare alla porta...era George, uno dei camerieri e disse a Lizzy, la balia, di comunicarmi che il barone ,mio padre, e mia madre, lady Elisabeth, mi aspettavano nel piccolo salotto.
Mi alzai e indossai la vestaglia, scesi le scale ed entrai nel salottino, il fuoco scoppiettava nel camino e mio padre era seduto sulla poltrona di velluto rosso mentre mia madre sorseggiava del Porto guardando il cielo farsi più buio.
"Mi avete mandato a chiamare..immagino sia una questione importante e urgente" dissi mentre mio padre accendendosi un sigaro mi fece cenno di sedermi sulla poltrona di fronte a lui e mia madre ci raggiunse.
Si rischiarò la voce, come era solito fare quando doveva dire qualcosa di importante..."Altea..." si fermò un attimo guardando mia madre.
Mio padre, barone e uno degli uomini di fiducia del re, era uomo di indole benevola e generosa, io ero figlia unica e per lui rappresentavo tutto, mi aveva viziato come una principessa anche perchè sapeva benissimo che mia madre non lo amava...fredda come era..ella si era sposata con accordi tra le famiglie e poco le importava dell' amore.
Volse il volto e la fronte era corrugata..."Cosa succede, padre? Non vi sentite bene".
"Affatto" rispose mia madre prendendo la parola come sempre "abbiamo novità per te...ti abbiamo trovato marito..e anzi dobbiamo brindare, vero Edward?"..mio padre mi guardò senza rispondere.
"Si tratta del conte Kensinghton, vedrai diventerai una delle donne più ricche di Camelot e pure invidiate...le nozze si terranno tra un mese."
Sgranai gli occhi e ribattei balbettando..."Ma..è uno scherzo..non è possibile, egli ha 30 anni più di me, è vedovo e avrà figli forse pure più grandi di me..io mi oppongo...padre voi non potete.." mi alzai quasi implorandolo "..non potete permetterlo".
"Ora basta Altea" disse mia madre in modo deciso "tuo padre, lo sai benissimmo che si farebbe corrompere da una sola tua lacrima e quindi parlo io per il tuo bene...vuoi forse sposare un uomo del volgo? O un borghese arricchito? O un aristocratico in declino? Lo facciamo per il tuo futuro...è deciso..e ora puoi tornare nella tua stanza".
Chinai il capo e uscii piangendo.
Mi voltai verso Azable e mordendomi il labbro cercai di prendere coraggio mentre chiedevo al Signore di perdonarmi.
Aprii la porta della gioielleria e con un sorriso finto mi avvicinai al bancale e arrivò il gioielliere.."I miei saluti...sono la baronessa Victoria Mac Parker, dovrei andare a un ballo veramente importante e quindi ho bisogno di gioielli veramente degni di quel evento...io opterei sulla mia pietra preferita..l' acquamarina" e aspettai la reazione del gioielliere.
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"Coloro che sognano di giorno sanno molte cose che sfuggono a chi sogna soltanto di notte". E.A.Poe
"Ci sono andata apposta nel bosco. Volevo incontrare il lupo per dirgli di stare attento agli esseri umani"...cit.
"I am mine" - Eddie Vedder (Pearl Jam)
"La mia Anima selvaggia, buia e raminga vola tra Antico e Moderno..tra Buio e Luce...pregando sulla Sacra Tomba immolo la mia vita a questo Angelo freddo aspettando la tua Redenzione come Immortale Cavaliere." Altea
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