“Non essere sciocca...” disse Roberto a Clio “... non mi metterai in imbarazzo domani a quel ballo.” Sorrise. “Anzi, se vuoi saperlo, sono contento che ci sia anche tu... queste occasioni mondane proprio non le sopporto... dame incipriate, uomini annoiati e afflitti da gotta... un vero strazio...” scosse il capo, fissò la ragazza e poi scoppiò a ridere.
E quella risata sembrò alleggerire l'atmosfera tra i due.
“Leggo un libello” spiegò il giovane “sui trattati e sulle pene contro i diritti dell'uomo. E' la nuova letteratura liberal borghese. Ti va di giocare a scacchi? Come ai vecchi tempi?” Si fece portare una scacchiera. “E magari potremmo cenare qui in giardino.”
Trascorse così il tardo meriggio e poi la sera, con i due giovani che rivissero le atmosfere dei loro incontri a Crysa.
Fino a quando Selenia ritornò.
“Cara...” accogliendola Roberto “... com'è andata la tua serata?
“Oh, sicuramente meno piacevole della tua, temo...”
“Come mai?”
“Le serate a casa del viceprocuratore sono spesso noiose.” Rispose la donna. “Anzi, se la conversazione non fosse finita sul ballo di domani al palazzo del banchiere Accio, difficilmente avrei sopportato quell'andazzo. Pare infatti che ci sarà un ospite eccentrico domani alla festa.”
“Chi?” Incuriosito Roberto.
“Oh, ne parla tutta Sygma...” sorridendo Selenia “... il Cavaliere di Altafonte, tanto ricco, pare, quanto misterioso. Pensa, i salotti di tutta Sygma non hanno altro di cui discutere se non sul modo in cui quell'uomo è riuscito a guadagnare la sua fortuna. E alcune voci sono davvero assurde, come quella che vuole l'origine di tale ricchezza in seguito al recupero, da parte del nostro enigmatico cavaliere, dell'intero tesoro di Costantinopoli dal palazzo del sultano turco.”
“La gente sa inventare davvero cose assurde.” Sarcastico Roberto.
Poco dopo, però, i due coniugi salutarono Clio e si ritirarono.
Giunse presto il mattino e con esso il giorno dell'atteso ballo.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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