“Caro cavaliere...” andando incontro Nicolò al nuovo arrivato “... è un vero piacere avervi qui, nella nostra casa.”
Il cavaliere salutò con un lieve inchino col capo.
“Lasciate che vi presenti mia nipote...” continuò il banchiere “... damigella Eilonwy.”
“E' un vero onore conoscervi, madamigella...” sfiorandole appena col respiro la mano portata alla sua bocca “... e devo dire che apprezzo i vostri pensieri... sono arguti, molto più di altri che attraversano queste sale... e poi con questo vestito siete incantevole... sarei tentato di paragonarvi all'Erminia del Tasso, una delle eroine della Gerusalemme Liberata...” sorrise e guardò Nicolò “... vogliate perdonare il mio ritardo, messere... vedete, il mio domestico, che è in verità più un servitore, oggi è stato alquanto detestabile...” scuotendo il capo.
“Come mai, milord?”
“Eh...” sospirò lui “... gli avevo chiesto di inamidarmi la cravatta, ma egli, goffo e impedito come si ritrova, ha strafatto ed ora mi trovo l'insegna di un barbiere qui sulla camicia...”
Alcune dame sorrisero.
“Eh, amiche mie...” rivolgendosi a loro il cavaliere “... dovremmo adottare i costumi degli infedeli... il Sultano turco infatti è uso ucciderli i servitori incapaci... e sia... ormai sono rassegnato a fare ombra con questa mia cravatta...”
Di nuovo quelle dame risero.
“Suvvia, milord...” fece Nicolò “... dimenticate questo inconveniente... spero che apprezzerete questa festa fatta in onore di mia nipote.”
“Vostra nipote è deliziosa, messere...” osservò il cavaliere “... e forse per una degna festa, adatta alla sua freschezza e bellezza, dovevate prenotare il palazzo di Michele di Pietrogrado, un cosacco arricchitosi che organizzava spesso feste sontuose per l'aristocrazia zarista.”
“Siete straordinario, milord!” Ridendo Nicolò. “Ora però godetevi la festa. Siete un ospite troppo desiderato e sono orgoglioso di avervi nella mia casa stasera.”
In quel momento una donna si avvicinò ad Eilonwy e la ragazza la presentò poi al cavaliere.
“Lady Sveva...” sfiorandole la mano lui “... la vostra gotica bellezza illumina tutti noi e ci ammutolisce, come fa il Sole del mattino con le ultime stelle del cielo...” sorrise e mostrò un galante inchino.
Ad un tratto gli occhi del cavaliere divennero freddi.
Il loro azzurro, chiaro e limpido, fu attraversato da bagliori che quasi ammutolirono la sua espressione fino a quel momento gaia e spensierata.
Ma fu solo un attimo.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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