La mano di Jacopo intorno al mio braccio mi fece sussultare...
fissavo ancora la porta, come in preda a violente sensazioni, a quel senso di dejà vu che mi aveva turbata...
“Jacopo, aspetta... io...” iniziai a dire...
ma lui non badò alle mie parole, prendendomi invece sottobraccio e conducendomi verso il banchiere Accio ed i suoi convitati...
Citazione:
Originalmente inviato da Guisgard
Questi allora condusse i due dove si trovava il misterioso ospite.
“Milord...” fece il banchiere “... lasciate che vi presenti messer Jacopo de' Gufoni, Capitano della Guardia Reale, e la sua bellissima moglie, lady Talia...”
A quelle parole Altafonte si voltò di scatto, restando tuttavia accanto alla tendina che lo riparava dai riflessi delle candele sullo specchio accanto a lui.
E per una frazione di secondo ebbe l'istinto di indietreggiare, e forse impercettibilmente arretrò di un passo, così da mostrare per un attimo solo i suoi occhi chiari.
Occhi che durante quel lungo attimo tornarono a diventare enigmatici ed impenetrabili, freddi ed inquieti.
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L’uomo di nome Altafonte si voltò ed io finalmente lo vidi in viso...
aveva un’espressione fuggevole e altera, inquieta, impenetrabile.
Altafonte...
pensai che quel nome mi rammentava qualcosa... un’antica leggenda... e antichi ricordi...
Ma più di tutto furono i suoi occhi a turbarmi...
quegli occhi di un azzurro quasi trasparente, vividi come credevo non ne esistessero altri...
eppure mi sorpresi a pensare che io avevo già visto occhi uguali a quelli... occhi altrettanto trasparenti ed altrettanto impertinenti...
E fu quel pensiero, più di qualsiasi altra cosa, a turbarmi e a farmi tremare: un pensiero troppo folle, assurdo...
ripensai alle parole di Jacopo quel giorno di più di sette anni prima: era morto...
morto...
mio malgrado, rabbrividii forte e sentii che stava per mancarmi l'aria...
E così, come tentando di ritrovare pace, chiusi gli occhi per un istante. Solo per un istante, poi mi costrinsi a tornare ad aprirli sul misterioso Cavaliere.