Gli invitati sfavillavano con i loro abiti sfarzosi, vistosi, vivaci e ogni cosa sembrava apparire frivola e volta solo a soddisfare un mero artificio estetico fine a se stesso.
L'alta società di Sygma era ormai stata sedotta dalle nuove correnti filosofiche che vedevano la classe borghese, dinamica, laica e spregiudicata, erigersi a campione del popolo e dei suoi vaneggiati diritti.
E così, immersa nelle sue meraviglie artistiche e nelle sue effimere convinzioni, la società Sygmese guardava con rinnovata speranza al futuro, convinta che ormai nulla potesse più minacciare il suo splendore.
Neanche i lontani venti di guerra di Capomazda.
Forse neanche Dio.
Talia era però sulla terrazza, sotto la quale si ammirava, illuminato, il magnifico giardino di palazzo.
Ad un tratto la ragazza udì dei passi e vide una figura avvicinarsi a lei.
“Talia...” disse Jacopo, apparendo dietro di lei “... cos'hai? Ti senti ancora poco bene? Preferisci ritornare a casa?”
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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