“Oh...” disse con fare appena sorpreso Altafonte a quelle parole di Eilonwy “... metà Fiorentina? Dite davvero, damigella? Ma che particolare e insolita fortuna, dunque...” con un vago sorriso “... sapete, si dice che le donne Fiorentine siano simili in tutto e per tutto alla poesia e all'arte degli straordinari artisti di quella felice terra... e forse il modello ideale di tale bellezza è la celebre Primavera del Botticelli... quanto al mio paese d'origine, vi dirò... diciamo che amo definirmi cittadino del mondo... amo il mare come i Greci, i Napoletani e i Siciliani... mi affascinano le campagne come accade ai Provenzali, ai Toscani e agli Inglesi... infine posso dire di apprezzare la montagna allo stesso modo dei Friulani, degli Austriaci e dei Prussiani... credo poi che esista un senso del Divino, al di là delle varie Religioni, comune a tutti gli uomini e in questo modo di ragionare mi rivedo negli orientali...” rise annoiato.
I domestici del banchiere allora fecero sedere gli invitati per la cena.
“Milord...” fece Silvia “... sapete, in giro si dicono tante cose sui vostri affari... di cosa vi occupate precisamente?”
“Di fortuna, milady...” rispose Altafonte.
“Fortuna?” Ripeté lei.
“Esattamente...” annuendo il cavaliere … studio la Fortuna Umana... su come agisce e secondo quali criteri castiga o premia i comuni mortali... del perchè nascano tante ingiustizie sociali... e così via...”
“Interessante!” Esclamò Nicolò. “Interessante davvero! E a cosa siete giunto? Esiste o meno la Fortuna?”
“Esiste certo...” con sufficienza lui “... e diciamo che sono a buon punto per scoprire i suoi dettami...” quasi con indifferenza.