Cavaliere della Compagnia,
in merito alla vostra interessante domanda, sono fermamente convinto che non esistono dimensione predefinite per la creazione di un Stemma. Nell'epoca in cui muoveva i suoi passi il Re Orso, gli Stemmi erano di legno di castagno data la sua resistenza agli elementi e spesso vi erano raffigurati animanli selvatici che popoano i boschi o le pianure delle terre antiche come orsi, cinghiali, cervi, lupi o volpi, o i pesci di mare o di fiume, come la famigerata "trota d'oro" della letteratura celtica. All'inizio del Medioevo vennero introdotti negli stemmi animali fantastici come l'unicorno o l'ippogrifo, e quando i barbari del Nord divennero duchi o conti per volere papale, iniziarono i veri stemmi di casate e di famiglie civilizzate. Nel Rinascimento la letteratura degli Stemmi era già un esoso scimmiottamento del passato, e nonostante i pregi e le delizioe delle porcellane, delle tinte e delle cotture a forno, chiosate da magnifici dipinti di artisti e pittori, mai avrebbero eguagliato lo stemma di "Art" il Re Orso che ancora ruggisce.
Per quanto mi riguarda, sul mio annerito focolare, dove oggi crescono i muschi e le muffe silvestri, è appeso lo Stemma di un bizzarro viandante, un uomo chino sulle spalle dalla barba rossastra e dal mantello scarlatto, che nel suo incedere sicuro si pogggia su un vecchio strumento musicale come fosse un bastone, ed il suo viso, raggiante di primavera, guarda verso l'orizzonte infinito come alla ricerca di un insensato bisogno di serenità...
Non conosco il suo nome ed il suo blasone e nemmeno la mano sapiente che volle crearlo e la sua parcella, ma so che ogni volta che mi sento malinconico e solitario, alzo gli occhi in contemplazione e dopo poco comincio a suonare...
Spero di esservi stato d'aiuto.
Taliesin, il Bardo
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"Io mi dico è stato meglio lasciarci, che non esserci mai incontrati." (Giugno '73 - Faber)
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