Restai sola coi miei pensieri.
Roberto era pratico, come sempre, avrebbe di certo capito.
A quanto pare Missari era un uomo conosciuto e stimato.
Era la seconda volta che Roberto parlava di farmi arrestare, eppure, da dove venivo io, occorreva commettere un crimine per essere arrestati.
Prima della guerra, naturalmente, ma Sygma non era in guerra.
Alzai le spalle.
Doveva esserci qualcosa che mi sfuggiva, qualcosa che non riuscivo a vedere.
Delle strane voci attirarono la mia attenzione.
Sorrisi, divertita, nel vedere che il mercante con cui ero giunta a Sygma stava tentando disperatamente di entrare. Mi chiesi cosa ci fosse di tanto urgente.
Poi, però, la porta si spalancò e una dama uscì a passo svelto, aggrappandosi al parapetto.
Le sorrisi e la salutai con un cenno del capo.
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