A quelle parole di Altea, Altafonte la fissò e con gli occhi annuì in maniera impercettibile.
La nobile dama allora uscì sulla terrazza, all'aria fresca e sognante della sera.
La terrazza di Palazzo Accio era ampia, con una forma di L, che permetteva perciò di potersi appartare, soprattutto al buio della sera, senza essere visti da chi era invece dentro le due sale sulle quali era aperta.
E appena raggiunto il parapetto, Altea udì le grida che provenivano dal pianterreno.
“Devo vedere messer Accio vi ho detto!” Gridò il giovane al servitore. “E' un affare urgente!”
“Mi spiace” fece il servitore “ma messer Accio ora è con i suoi ospiti. E poi non riceve nessuno qui per questioni di lavoro. Lo troverete domani in banca.”
“Ma non vuole ricevermi nella sua banca!” Disse il giovane. “Per questo sono qui! Ditegli che messer Francesco de' Binardi vuole parlargli! Altrimenti non me ne andrò da qui!”
“Ed io chiamerò le guardie!” Minacciò il servitore.
Ma proprio in quel momento una figura le si avvicinò.
“Allora?” Fissandola Azable. “Avete scoperto qualche altra cosa sul capitano e sul nostro quadro, milady?”
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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