Talia si trovava sotto un arco di foglie e gerani che dava su una bianca fontana dall'acqua azzurrina.
Tutt'intorno vi erano i rigogliosi grappoli di uva fragola, che questa vigilia d'Autunno, col suo Sole asciutto e l'aria tersa, aveva ormai portato a maturazione.
L'acqua zampillava vivacemente in quella fontana, sotto il chiarore di una lampada appesa al ramo di un olmo poco lontano, che il vento lambiva lievemente, facendola oscillare a ritmo quasi cadenzato.
“Forse in un verziere come questo” disse all'improvviso qualcuno alle sue spalle “Erec vide Enide per la prima volta... forse fu per la sua pelle chiara, i lunghi capelli quasi biondi, gli occhi sognanti... e lui ne fu abbagliato... si innamorarono all'istante e perdutamente... ma poi, narra il poeta, Erec, influenzato dai suoi compagni, visse drammaticamente il contrasto tra Amore e onore cavalleresco... mise allora in dubbio il suo stesso valore, oltre ai sentimenti che Enide nutriva per lui... e alla fine, per riguadagnare tutto ciò che aveva perduto a causa delle sue debolezze, Erec dovete vincere la terribile Gioia della Corte...” Altafonte sorrise “... nei romanzi cavallereschi dell'Amor Cortese spesso bisogna superare una maledizione per riavere ciò che si è perduto... chissà... se anche la vita fosse così, magari tutto sarebbe più semplice...” e raccolse un grappolo d'uva.
__________________
AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
|