Mille e più pensieri vorticavano nella mia mente...
dubbi, ricordi, domande...
quell’idea mi tormentava: mi spaventava e mi eccitava allo stesso tempo...
con gli occhi serrati e la testa china me ne stavo appoggiata alla fontana...
tremavo forte.
Poi, all’improvviso quella voce...
Citazione:
Originalmente inviato da Guisgard
“Forse in un verziere come questo” disse all'improvviso qualcuno alle sue spalle “Erec vide Enide per la prima volta... forse fu per la sua pelle chiara, i lunghi capelli quasi biondi, gli occhi sognanti... e lui ne fu abbagliato... si innamorarono all'istante e perdutamente... ma poi, narra il poeta, Erec, influenzato dai suoi compagni, visse drammaticamente il contrasto tra Amore e onore cavalleresco... mise allora in dubbio il suo stesso valore, oltre ai sentimenti che Enide nutriva per lui... e alla fine, per riguadagnare tutto ciò che aveva perduto a causa delle sue debolezze, Erec dovete vincere la terribile Gioia della Corte...” Altafonte sorrise “... nei romanzi cavallereschi dell'Amor Cortese spesso bisogna superare una maledizione per riavere ciò che si è perduto... chissà... se anche la vita fosse così, magari tutto sarebbe più semplice...” e raccolse un grappolo d'uva.
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Prima sollevai la testa, incredula, poi aprii gli occhi e mi voltai a fissarlo mentre parlava...
Fece qualche passo verso di me ed io indietreggiai, fino a schiacciare la schiena contro il marmo della fontana...
lo scrutavo...
osservavo quegli occhi chiari, ora non più fuggevoli...
ascoltavo la sua voce e non stentavo più a riconoscerla, adesso che aveva perso quella leziosità ostentata fino a poco prima.
Lo studiavo...
lo studiai a lungo, in silenzio, anche dopo che ebbe finito di parlare...
e quando iniziai a parlare la mia voce era lieve come un bisbiglio, quasi impercettibile...
“Cavaliere di Altafonte...” sussurrai dunque “E’ un nome altisonante... un nome che...”
Esitai per un istante, abbassai gli occhi a terra per un momento, poi tornai ad alzarli su di lui, fermandoli nei suoi...
“Non lontano da qui, tanto tempo fa, sorgeva una grande e ricca città...” iniziai a raccontare, pianissimo “Una città che oggi non esiste più. Venne distrutta a causa della sua ambizione, e da allora nessuno ha più osato costruire su quel colle, fatta eccezione per una piccola cappella... la Cappellina di San Michele. Vi è però una leggenda... si dice, infatti, che la gente di quella città, che aveva nome Altafonte, sentendo che la fine era ormai vicina ed intenzionata a non lasciare le sue ricchezze al re di Sygma, decise una notte di portare il suo immenso tesoro fuori dalla città, per nasconderlo poi da qualche parte là intorno. Si dice che nessuno sia mai riuscito a trovarlo.”
Tacqui, e un denso silenzio calò sul giardino...
i miei occhi erano fissi nei suoi, immobili...
“Ma
tu conosci già questa storia, vero?” sussurrai poi, in appena un soffio “L'hai già udita una volta, lì sotto la cappella...”
E non aggiunsi altro... non ce n’era bisogno.