In questa notte di inizio Autunno, mentre solo le antiche pietre di Camelot continuano il secolare racconto vecchio di mille e più notti, vago tra le incerte luci e le sognanti ombre terminando questo mio veloce giro d'ispezione.
Solo il canto di un innamorato sembra fiaccare il silenzio del firmamento, con le sue note donate ad un balcone sospeso tra la strada e un antico palazzo, tra la Terra e il Cielo, tra i desideri e le stelle.
E da quel canto, per salutare questa notte, il vostro Primo Cavaliere ruberà dei versi da sussurrare fino al volgere dell'aurora, come pegno per i sogni più belli...
“Lancillotto e Romeo, cercatori di Amore e sognatori dell'impossibile, avrebbero barattato la libertà in cambio dei tesori di questa notte. Ma gli amanti del nostro tempo, ligi alla ragione, non posseggono più l'audacia del cuore e temono il Tempo e la distanza. Allora io per te, Gioia mia, riscriverò da capo tutte le grandi storie d'amore, ribattezzando ognuno di quegli arditi amanti con i nostri nomi. Così tutti gli innamorati di ogni Tempo avranno i nostri stessi nomi...”
E accompagnata dai versi che quell'anonimo Africo ha cantato alla sua amata Mensola, io vi lascio la mia buonanotte...