Dapprima sorrisi alle parole di Roberto, al pensiero dei momenti felici che avevamo passato insieme.
Per un momento, lo guardai intensamente, mentre la sua mano sfiorava la mia guancia.
Un brivido mi attraversò, ma cercai di non darlo a vedere.
Da quando ci eravamo rivisti ci eravamo avvicinati troppe volte, ma forse era soltanto perché, in realtà, non eravamo mai stati così lontani.
Poi, d'un tratto, scoppiai a ridere.
"Beh, non è cambiato nulla? Non sono io quella che ha dovuto usare un fazzolettino profumato là sotto..." Scossi la testa "..sembravi una di quelle damine con la pelle di porcellana.. Non parlare come se fossimo due vecchi bacucchi, su.. Io capisco che il matrimonio sia una grande svolta, che ti abbia responsabilizzato, ed è una cosa bellissima.. Sono felice per te, e hai tutta la mia invidia.. Ma, andiamo.. Abbiamo sempre vent'anni..." Con un gran sorriso "...e io non sono disperata... Non ho altra scelta, o.. Altro da fare.. Ma sono contenta se mi aiuti.." Esitai "..con te intorno, mi sento a casa..".
Quasi senza pensarci, allungai la mano a cercare il suo viso, sfiorandogli la guancia in una carezza delicata e leggera "..grazie, di tutto.." Sussurrai.
Poi abbassai la mano, anche se lasciai i miei occhi liberi di vagare nei suoi, per un momento.
"Allora.." Dissi poi, cambiando espressione "...da dove cominciamo? Sei tu il padrone di casa in questa città, dove possiamo trovare le informazioni che ci servono? E, tranquillo, vaglieremo ogni possibilità, anche i Binardi.." Strizzando l'occhio.
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