Altea, giunta davanti alla chiesa di San Giovanni, vi entrò.
L'edificio era avvolto da una incerta penombra che pareva rendere inquiete le statue dei santi che adornavano le due piccole navate laterali.
La chiesa appariva deserta.
Poi, all'improvviso, qualcuno apparve dietro l'altare.
Si muoveva come un'ombra, silenziosa e lenta, quasi che se fosse una delle figure Sante di quel luogo, che, animatasi, aveva cominciato ad aggirarsi per il presbiterio.
Poi, accorgendosi di Altea, le si avvicinò e lei capì che si trattava del prete.
Oltre all'abito sacerdotale, aveva sul capo un cappuccio.
Accese allora alcuni ceri, illuminando l'immagine di Santa Caterina.
“Questo quadro” disse piano, senza voltarsi verso la donna “fu rubato tempo fa da alcuni balordi... erano dei giovinastri universitari... fu una bravata, volevano mostrare il quadro della Santa per un loro trattato sulla malnutrizione... ma fortunatamente un mio buon penitente riuscì a recuperare il quadro, riportandolo poi alla nostra chiesa...” e ripose in un cesto la cera raccolta a terra.