Osservai messer de’ Binardi a quelle parole...
“Si teme solo ciò che non si conosce...” dissi poi “Si prova diffidenza e disagio per ciò che non si può comprendere o spiegare. Questo almeno, lo rammenterete, era ciò che soleva dire mio nonno. Lui non condivideva le vostre idee, ma le capiva e le rispettava. Jacopo non conosce ciò in cui credete, non lo comprende, non sa spiegarselo... perciò diffida di voi.”
Esitai, sorseggiando appena il tè...
mi chiedevo se avrei mai avuto il coraggio di dire a Riano de’ Binardi che Jacopo sospettava di Francesco... forse avrei dovuto farlo, forse no... ero combattuta, indecisa... ma Francesco non c’entrava con quella storia, ne ero certa: era una testa calda, Francesco, lo era sempre stato, ma non tanto da essere Mirabole...
e poi avevo promesso che avrei aiutato Francesco, lo avevo promesso a... lui...
“Signor de’ Binardi...” iniziai quindi a dire “Signor de’ Binardi c’è una cosa che devo dirvi...”
Ma venni interrotta da qualcuno che bussò alla porta.
Sara andò ad aprire ed un istante dopo tornò con un involto.
Citazione:
Originalmente inviato da Guisgard
“Era proprio il garzone di messer Corso, papà.” Raggiante Sara.
“Bene, vediamo cosa ci ha portato.” Sorridendo il vecchio. “Magari cantuccini, vediamo...”
Ma aperto quel pacchetto, con loro grande sorpresa, trovarono qualcosa di inaspettato.
C'era si un dolce, ma nessuno di quelli che si vedevano da quelle parti.
“Papà...” stupita Sara “... guarda...”
Era del torrone di vario tipo, al cioccolato nero, bianco, con le nocciole, il cedro.
E nel vederlo, il vecchio trasalì.
...
“Papà, possibile che messer Corso abbia imparato a fare questi dolci?”
“Non credo, figlia mia...” fissando quei dolci Riano “... forse avrà assunto qualcuno che proviene da Capomazda...” guardò Talia “... assaggiatene un po', milady... sono straordinari... unici...” e ne offrì a Talia.
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La sorpresa di Sara mi stupì, ma più ancora mi aveva colpita la reazione del vecchio Riano: quel velo che offuscò per un istante i suoi occhi, la mano che tremò appena, il respiro che venne a mancare...
lo fissai, non capivo.
E poi pronunciò quel nome...
Capomazda...
trasalii...
quei dolci venivano da Capomazda?
Ed io sapevo che cosa, o forse dovevo dire chi, in passato, aveva legato i de’ Binardi a Capomazda...
in più io, dalla sera precedente, da quella festa, sapevo una cosa che il vecchio Riano non sapeva.
Osservavo l’uomo di fronte a me e lui mi offrì un pezzo di quel dolce...
con la mano che tremava appena, lo presi dunque e lo assaggiai...
“E’ molto buono...” mormorai poi “Davvero molto! Non lo conoscevo, non ne avevo mai mangiato!”