“Oh, madamigella...” disse sorridendo Altafonte ad Eilonwy “... ma una ninfa come voi non può certo spaventare i miei uomini. Al massimo affascinarli, ammaliarli.” Mostrò un lieve inchino col capo. “Davvero vi state allenando per battervi con quel ladro? Per Giove, allora vi ho forse giudicata con troppa sufficienza!” Esclamò. “Pensavo infatti di trovarmi davanti ad una damigella debole ed indifesa, di quelle che attendono un cavaliere di bianco vestito per essere salvate. Diciamo una Elena nel bosco in attesa di Lancillotto. E invece vedo che siete una novella Brunilde. Di questo passo i corteggiatori per ambire alla vostra mano dovranno prima battervi a duello.” Rise appena. “Che dire... qualsiasi sia l'esito di quel duello, comunque, il vostro sfidante sarà vincitore... perchè, se anche non vincesse, non immagino morte più dolce di quella portata dalla vostra spada, mia vivace valchiria.”
Le sue guardie del corpo gli si avvicinarono, ma il cavaliere le congedò con un cenno della mano.
“Sono giunto qui perchè amo l'atmosfera di questa città sul lungofiume.” Tornando a rivolgersi ad Eilonwy. “E la chiesa di San Giovanni è il posto che ho scelto per incontrare una persona. Mi attenderete qui mentre sbrigo questa faccenda, damigella? Sperando che nessuna delle vostre frecce colpisca al cuore uno dei miei uomini.” Sorrise. “Non impiegherò molto. A dopo, damigella.” La salutò con un cenno del capo e raggiunse la chiesa.
Entrò, si segnò con l'Acquasanta e poi vide Altea seduta su una panca.
Allora la raggiunse e la salutò con un cenno del capo.
“Venite, milady...” a bassa voce lui “... dietro la chiesa vi è un piccolo chiostro... lì potremo parlare tranquillamente...”
E attraverso una porta nella navata laterale, il cavaliere condusse Altea nel piccolo chiostro.
Qui si sedettero su una bassa panchina ai piedi di un cipresso.
“Vi ascolto, milady...” fissandola il cavaliere.