“Non vi ingannate, milady...” disse all'improvviso una voce alle spalle di Clio.
Anche Roberto e Padre Roberio si voltarono nell'udirla.
“Quel quadro non è una semplice opera d'arte...” aggiunse quella voce.
Apparteneva ad un uomo che indossava un lungo abito clericale.
Aveva lunghi capelli neri sotto un austero cappuccio, barba, la pelle chiarissima come se avesse vissuto da sempre in qualche remoto eremo lontano dalla luce del Sole ed occhi azzurri.
“Chi siete voi?” Chiese Roberto.
“Mi attendevate, vero, Padre?” Fece il nuovo arrivato, rivolgendosi a Padre Roberio.
“Vi ho fatto una domanda.” Guardandolo Roberto.
“Perdonate” mormorò lui “ma il mio ordine mi impone di rivolgervi prima ai religiosi quando sono in loro presenza.” Salutò i tre con un lieve cenno del capo. “Sono il messo di Sua Grazia il vescovo. Sono qui per occuparmi dell'assicurazione da stipulare sul dipinto. Ecco la mia lettera di presentazione.” Dandola a Padre Roberio.
“La lettera in effetti” disse questi dopo averla letta “afferma che siete l'incaricato inviato da Sua Grazia...”
“Come vi ho appena detto.” Annuì lui. “Sono il Priore Adamo...”