A quelle parole di Clio, subito il sacerdote si avvicinò al vetro della cappella a fissare attentamente il telo che copriva il dipinto.
“Bontà Divina...” disse stupito “... ma... c'è davvero qualcosa... qualcosa infilata nel telo!”
Le due guardie, allora, si voltarono a guardare anche loro verso il quadro.
“Com'è possibile?” Esclamò Padre Roberio. “Chi si è avvicinato al quadro?” Guardando poi i due soldati di guardia. “Qualcuno è entrato nella cappella!”
“Nessuno!” Rispose uno di quei due. “Siamo qui da stamani e nessuno si è avvicinato tranne quel priore. E comunque è rimasto qui, dove siete voi ora, a fissare, per pochi istanti, il quadro. Poi è uscito dalla chiesa.”
“Qualcuno allora stanotte deve essere riuscito ad entrare nella cappella.” Disse Roberto.
“Impossibile.” Assicurò il soldato. “Il nostro turno è iniziato stamani alle nove e sul telo non vi era nulla.”
“Allora” fece Roberto “apriamo la cappella e vediamo cos'è quella cosa.”
“Nessuno” sentenziò il soldato “può aprire la cappella senza ordine del capitano.”
“Si trova in chiesa” deciso Padre Roberio “ed io posso entrarci senza nessun veto!”
“Voi non avete più le chiavi per accedervi.” Mormorò il soldato. “Solo il capitano può custodirle.”
“Allora andatelo subito a chiamare!” Agitato il sacerdote.
Uno dei soldati, così, corse a far chiamare il capitano.
Jacopo giunse poco dopo, con altri uomini.
Aprì la cappella e tolse dal telo ciò che vi era stato infilato.
“E'...” disse “... è un fiore... e non vi altro... nessun biglietto...”
“E' uno stramonio.” Mormorò Roberto. “E solo Mirabole si firma con i fiori... mi sembra ovvio che si tratti di un segno lasciato da lui... ma cosa avrà voluto dirci con quel fiore?”
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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