Al mattino seguente la pioggia aveva smesso di cadere.
Il cielo, di un azzurro terso e limpidissimo, frastagliato da alte nuvole bianchissime che sembravano gonfiarsi quasi alla deriva sull'orizzonte, cominciava a scoprirsi, abbagliando la città con i suoi colori.
Il palazzo degli Accio era animato da un vivace via vai di domestici e Nicolò attendeva qualcuno.
Poi, verso Mezzogiorno, una carrozza si fermò davanti al portone.
Da essa scesero due uomini.
Uno dagli abiti e dal portamento distinto, l'altro alto e robusto, dai modi rozzi e dall'espressione accigliata.
I due furono condotti nel salone, dove trovarono ad attenderli lo stesso Nicolò e sua nipote Eilonwy.
“Salute a voi, messer Accio...” disse l'uomo dai modi distinti “... sono l'uomo che avete fatto chiamare...”
“L'investigatore privato?” Fissandolo Nicolò.
“Si, messere...” annuì quello “... vi basterà chiamarmi Colonnello Cesare... e questi” indicando l'uomo che era con lui “è il mio assistente Lutor...”
E Lutor annuì senza mostrare alcuna espressione.
__________________
AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
|