A quella rivelazione di Talia, il sacerdote restò ancora una volta in silenzio.
“Quel pomeriggio alla Cappellina di San Michele...” disse all'improvviso “... e cosa ricordi di quel pomeriggio, figliola? L'incanto delle colline? Il silenzio di quel luogo? La paura della coscienza o il tormento del cuore? Cosa sogni? Uno schiaffo o un bacio? I suoi occhi o la sua voce?”
Ad un tratto si udì la porta della chiesa aprirsi di colpo.
Il sacerdote esitò, poi riprese:
“La rosa è il fiore per eccellenza... è ha tanti significati, come tante sono le rose... ma in sé, nel linguaggio dei fiori, la rosa simboleggia su tutto l'Amore ed il segreto... ed il segreto è l'eterno compagno di chi ama...” la tendina del confessionale si spostò quel tanto da far passare la mano del sacerdote “... perchè chi ama in segreto vede il suo amore brillare di luce propria, poiché è lontano dagli occhi e dal cuore dell'amata... vede il suo sentimento nutrirsi solo delle proprie forze, senza certezze, ma solo di sogni e speranze...” cominciarono ad udirsi dei passi nella navata “... e un simile amore, come un fiore selvaggio, sa resistere ad ogni intemperia... chi ti ama così, ti ama da sempre... e ti amerà per sempre...” allora mostrò una rosa nella sua mano, che poi lasciò scivolare nella mano di lei.
“Talia!” Chiamò all'improvviso una voce. “Talia, dove sei?” Era Jacopo e gridava nella navata.