Censone fece accomodare Clio e Roberto in un accogliente salone e servì loro del vino rosso.
Intrattenne poi i due ospiti con qualche storiella e un paio di improbabili imitazioni riguardanti il modo di parlare di alcuni contadini confinanti con la proprietà di Duon.
Dopo una mezz'ora, finalmente, nello spiazzo del casale giunse una carrozza.
E da essa scese un uomo alto e robusto, dai modi spicci e gli atteggiamenti irriverenti.
Infatti imprecava per la caccia non andata benissimo e malediceva i bracconieri che facevano man bassa di selvaggina in quelle terre.
Censone gli andò incontro e gli parlò della visita del conte Fiosari e di sua cugina.
“Conte Fiosari...” disse Duon “... e cosa diavolo vole da me?” E lo disse a voce così alta che Roberto e Clio in casa non poterono far a meno di udirlo.
Poi l'uomo li raggiunse nel salone.
“Messere...” salutandolo Roberto.
“Salute...” con fare seccato Duon “... in cosa posso servirvi? Forse per qualcuna di quelle assurde cause che a voi nobili stanno tanto a cuore? Vi avverto che di salvaguardare le pernici o i fagiani a me non interessa niente. Soprattutto se questo richiede un esborso di denaro.”
“Oh, non temete...” sorridendo Roberto “... la nostra è solo una visita di cortesia, messere...”
“Bene.” Annuì Duon. “Meglio così allora.”
E Roberto fissò Clio, tradendo un po' di imbarazzo.
__________________
AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
|