Jacopo fissò Sara, la salutò con un leggero cenno del capo e poi tornò a guardare Talia.
“Mia cara, nella tua ingenua spontaneità” disse “non commetti mai errori. O almeno io, essendo innamorato, non riesco a scorgerne. Tuttavia la tua premura verso il mio incarico, benchè lodevole, credo sia superflua. Si, voglio interrogare Francesco de' Binardi, ma per almeno due motivi, se sarà ancora possibile, lo farò domani pomeriggio. In primis non voglio certo togliere al conte Fiosari la possibilità di avere soddisfazione... e poi, credo sarà divertente vedere all'opera colui che si fa chiamare Mirabole.” Si versò del vino in un bicchiere.
“Cosa intendete dire?” Chiese Sara.
“Ciò che ho detto.” Rispose Jacopo. “Tutti affermano che il famigerato Mirabole sia uno spadaccino d'eccezione... sarà interessante vederlo all'opera.”
“State dicendo che Francesco è quel ladro?” Fissandolo Sara.
“Oh, è una possibilità e non lo penso solo io...” fece Jacopo “... ma anche il viceprocuratore del re... e comunque, in entrambi i casi, vostro fratello ci guadagnerà qualcosa... se è davvero Mirabole allora sarà lui ad uccidere Fiosari... se invece non lo è, beh, il suo nome sarà salvo ed anche il suo onore, visto che morirà con la spada in pugno ad opera di un nobile.” E sorseggiò quel vino.
“E' assurdo...” in lacrime Sara “... assurdo...” si voltò verso Talia, la guardò e poi corse via disperata.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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