Salutato Padre Roberio, Talia ritornò nella sua stanza, cadendo addormentata poco dopo, nonostante i fatti che avevano inquietato la sua giornata...
La rappresentazione aveva richiamato a Piazza della Santa Croce buona parte della popolazione cittadina.
In scena, sul piccolo palco di legno montato davanti alla facciata della chiesa, una compagnia di attori itineranti aveva rappresentato Romeo e Giulietta.
Alcuni giovani avevano assistito all'evento, per poi raggrupparsi ai piedi del palco per discutere e ricordare i momenti più belli dello spettacolo.
Erano tutti appartenenti all'alta società cittadina.
Ad un tratto udirono un suono ed alcune voci soffuse.
“Proviene dall'impalcatura...” disse Jacopo agli altri.
Corsero così a vedere e trovarono due ragazzi.
Uno suonava l'ocarina, mentre l'altro tentava di sbirciare oltre l'impalcatura.
“Tu!” Esclamò Jacopo. “Cosa ci fai qui?”
“Jacopo...” smettendo l'altro di suonare l'ocarina “... mio fratello” indicando l'altro ragazzo “voleva vedere la recita e allora ho deciso di portarlo qui...”
“Solo chi è autorizzato può entrare!” Fece Talia con tono infastidito.
“Io ho avuto un invito speciale.” Con aria da guascone il giovane con l'ocarina.
“Davvero?” Fissandolo Talia. “E da chi, di grazia?”
“Da messer Amore!” Rispose lui.
“Che idiozia!” Scuotendo il capo Talia.
“Già, dimenticavo...” sorridendo lui “... tu non credi all'amore... è solo roba per poeti e romanzieri... tu non vivi nel regno dei balocchi...”
“Dovete andare via da qui...” fissandolo Jacopo “... se vi trovano finirete nei guai...”
“Già...” annuì il ragazzo con l'ocarina “... e poi Romeo e Giulietta non sono la mia coppia di amanti preferita...”
“Ma sentitelo...” sbottò Talia.
“Andiamo, Francesco...” mormorò lui.
“Ma...” fece Francesco “... e lo spettacolo?”
“L'hai sentito, no?” Ironica Talia. “Lui va in cerca di altro. Magari di una Ginevra o di una Isotta!”
I due ragazzi allora cominciarono a scavalcare l'impalcatura per uscire da lì.
“Ma forse...” voltandosi indietro all'improvviso quello con l'ocarina “... forse ho sempre sottovalutato Romeo e Giulietta... loro hanno avuto il coraggio di mettersi contro tutto e tutti... la famiglia, la società, la stessa vita... si, loro meritano quell'Amore... e meritano la Gioia...” fissò Talia e poi scavalcò l'impalcatura, svanendo alla vista di quei giovani nobili.
Talia si svegliò al mattino.
La luce del Sole zampillava da una delle finestre, danzando sul suo bianco viso.
La ragazza restò stesa con la testa sul morbido cuscino, ancora in balia di quel ricordo rivisto in sogno.
Ad un tratto qualcuno bussò alla porta.
“Milady...” era la domestica “... vostro marito vi attende giù per la colazione... deve riferirvi di cose importanti...”