Rientrata nella mia stanza, restai sveglia a lungo.
Aveva un bel dire Roberto di rilassarmi.
Come potevo?
La ricerca di Mirabole non era certo cosa semplice, non che mi aspettassi diversamente, infondo.
Eppure, continuavo a non capire perché tutti si ostinassero contro i de' Binardi.
L'uomo che avevo avuto davanti in giardino, quella notte, era colmo di rabbia e odio, sentimenti che portano ad offuscare il giudizio e a far compiere gesti affrettati o incoscienti, come Francesco aveva ben dimostrato a casa del banchiere, nel suo magazzino e anche a casa di Roberto.
No, Mirabole doveva essere lucido e non fare mai un passo falso.
Continuavo a chiedermi che cosa dovesse dire a Roberto, ma probabilmente non l'avrei mai saputo.
Ma lui era salvo, e questo era l'importante.
Alla fine, in balia dei pensieri, caddi in un sonno profondo.
Mi svegliai di buon mattino, mi alzai, indossai l'unico abito che non avevo ancora messo.
In quel momento mi venne in mente il ballo, anche se non ricordavo quando fosse, solo che Misseri mi voleva lì per scovare Mirabole, come se fosse facile.
Restai ad osservare l'armadio, chiedendomi cosa avrei indossato, probabilmente l'abito rosso, non era elegantissimo ma mi stava bene.
Mi sistemai i capelli e scesi per la colazione.
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