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Vecchio 18-10-2013, 20.29.40   #801
Guisgard
Cavaliere della Tavola Rotonda
 
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Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
Altafonte sorrise a quelle parole di Altea.
“Parlare di me” disse “è forse una delle cose più scontate e banali, temo. Non perchè la mia vita sia noiosa, ma perchè credo di poter dire che essa incarni una serie di fatti tratti da luoghi comuni vecchi come il mondo. E proprio per questo, talvolta, giungendo a parlare di me, finisco per causare nel mio ascoltatore un vago senso di scetticismo. Come se il mio descrivermi sia frutto di racconti e non di fatti di vita vissuta.” Sorseggiò ancora un po' di quell'elisir. “Diciamo che uno sfortunato amore di gioventù mi spinse ad imbarcarmi su una nave che batteva una bandiera ancora oggi sconosciuta per me. Toccammo vari porti del Mediterraneo, per oltrepassare infine lo Stretto di Gibilterra e doppiare le coste più occidentali dell'Africa. Sfortunatamente una tempesta ci fece naufragare, ma alcuni di noi trovarono salvezza su una piccola isoletta di dominio musulmano. Da qui, in semischiavitù, fummo condotti verso le Cicladi e infine a Costantinopoli. Il Sultano pretese la nostra conversione all'Islam, dietro naturalmente minaccia di morte. Nessuno di noi accettò e i miei compagni di sventura finirono tutti decapitati. Io invece sfuggii a tale sorte solo perchè avevo attuato uno strataggemma..." apparve vagamente sarcastico "... avevo infatti insegnato al Sultano il nostro gioco degli scacchi, tenendo però per me una via d'uscita... gli avevo infatti spiegato il ruolo ed il movimento di ogni pezzo... tranne che del cavallo." Rise. "La brama di voler vincere a quel gioco impose così al Sultano di tenermi in vita. Pare infatti che i tiranni dotati di un potere assoluto facciano fatica ad accettare la loro non onnipotenza. Un giorno, però, passeggiando per il suo palazzo, godevo infatti di una libertà sorprendente per uno ritenuto infedele, fissando le finestre dell'harem vidi una meravigliosa creatura... solo i suoi occhi erano visibili... il resto era coperto da un lungo velo turchino... quegli occhi erano verdi come smeraldi..." fissò d'un tratto Altea con attenzione "... per Belzebù!" Esclamò. "Avete i suoi stessi occhi, milady! Siete stata forse schiava del Sultano di Costantinopoli?" E rise di nuovo.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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