Capitolo VIII: Trappola al Palazzo Reale
“Estragone: <<Mi hai spaventato.>>
Vladimiro: <<Ho creduto che fosse lui.>>
Estragone: <<Chi?>>
Vladimiro: <<Godot.>>
Estragone: <<Figurati! Il vento nelle canne>>
Vladimiro: <<Sembravano grida. L'avrei giurato.>>
Estragone: <<E che griderebbe a fare?>>
Vladimiro: <<Per incitare il suo cavallo. (Silenzio).>>”
(Samuel Beckett, Aspettando Godot)
“Un momento ancora...” disse Simone a Clio “... noto che difendete con determinazione le vostre convinzioni sul giovane de' Binardi, nonostante egli vi abbia puntato contro un'arma e che con ogni probabilità mirasse a chiudere in anticipo il conto con vostro cugino...” sorrise “... andiamo, non ditemi che il nostro giovane ribelle è riuscito a cogliere le vostre simpatie...” rise “... siete una dama abile ed astuta, con l'ingrato compito di tirare fuori dai guai il proprio fratello... dunque vi rendete conto di non essere in condizione di lasciarvi trasportare da, diciamo, inclinazioni istintive...”
Un funzionario bussò e lo interruppe.
“Eccellenza, il Priore Adamo è qui.”
“Bene!” Esclamò Simone. “Ora interrogheremo il nostro chierico vagante. Voi cosa fate?” Rivolgendosi a Clio. “Andate via oppure attendete qui l'esito del mio interrogatorio?” E fissò la principessa di Crysa.