A quelle parole di Talia, Altafonte sorrise.
Si avvicinò allora ad un piccolo tavolino in madreperla, dove vi era stato posto un vassoio con una bottiglia di cristallo e due piccoli calici.
“Una massima” disse mentre versava il contenuto di quella bottiglia nei due calici “che senz'altro avete fatto vostra, milady... visto che rammentate ancora di averla udita...” si voltò verso di lei con i due calici pieni “... ed è così, temo... trattare i nostri pari è semplice, magari è solo una forma di egoismo... fare loro ciò che in realtà vogliamo sia fatto a noi... invece trattare chi per nascita o ricchezza ci è inferiore, beh, è molto più complicato...” le offrì uno dei due calici “... in verità dubito invece di poter sorprendere voi, milady... anche se, lo ammetto, vorrei tanto farlo...un poeta una volta scrisse che una bella donna non si sorprende mai di niente...” sorrise nuovamente “... ma vi prego, assaggiate questo delizioso elisir... proviene dall'Isola d'Ischia, sapete? Pare che gli unici in grado di farlo siano i monaci di un monastero greco fondato secoli fa... una volta, si narra, l'Arconte di Cipro, affascinato dal suo sapore, fu sul punto di prendere il saio pur di conoscerne la ricetta... ma assaggiatelo... o forse temete che celi qualche essenza segreta? Magari di quelle che ammaliano e confondono?” Rise. “Non temete, non amo conquistare le donne con pozioni magiche o afrodisiaci... anche perchè nessuno di essi potrebbe tingere le vostre guance di un rossore più vivo di quello che ora vi rende così accalorata, mia signora...” e restò a fissarla, sorseggiando piano un po' di quell'elisir.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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