Sorrisi "Sai bene che io sono curiosa per natura.. tutttavia, quell'uomo non vuole parlare con me, e già una volta gli ho chiesto di riferirmi il suo messaggio, ma si è rifiutato.. di certo non andrò a trovarlo in prigione!" mi voltai verso Roberto "In effetti, devo dire che la cosa mi ha sorpreso.. pensavo che, essendosi introdotto in casa tua saresti stato ancora più offeso e avresti comunque voluto soddisfazione... Santo Cielo, io non l'ho colpito perchè non si dicesse che eri stato avvantaggiato da una sua ferita..." scossi la testa "Scusa, la smetto di intromettermi nei tuoi affari..".
Mi voltai poi verso Selenia "In un paese civile, chiunque ha diritto ad un giusto processo.." mi avvicinai verso la finestra, e lasciai vagare lo sguardo sul paesaggio circostante "Anche se questo avanzato stato liberale sembra averlo dimenticato.." sussurrai, tra i denti.
Non era Francesco l'unico a cui pensavo. C'era Diomede, rinchiuso in una di quelle celle, con i vestiti logori, il viso scavato, lo sguardo spento.
Lui aveva avuto un giusto processo? No, una sentenza sommaria, nonostante gli stemmi e le firme.
Sentii la rabbia impossessarsi di me, piano piano, non potevo permetterglielo.
Avevo una possibilità di salvare quello sciagurato di mio fratello, non potevo lasciarmela sfuggire.
Mi aggrappai alla balaustra, e respirai lentamente. Non bastò.
"Non mi sento molto bene, vogliate scusarmi..." dissi, abbozzando un sorriso.
Salutai entrambi e mi diressi verso la mia stanza.
Chiesi ai servitori di lasciarmi sola e non appena sentii la pesante porta chiudersi dietro di me, iniziai a respirare nuovamente.
Mi buttai sul letto, come se un'improvvisa stanchezza si fosse impossessata di me.
Restai lì, immobile, per molto tempo, in balia dei miei pensieri.
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