Aprii gli occhi, lentamente...
fu la voce di Jacopo a svegliarmi ma, per qualche ragione, udire la sua voce tanto vicina mi parve all’inizio strano.
Aprii gli occhi... ma subito li richiusi, feriti dalla luce del giorno.
Portai una mano alla testa... mi faceva lievemente male...
quindi, di nuovo, mi costrinsi ad aprire gli occhi.
Ero nel mio letto... nella mia stanza... le finestre erano oscurate dalle persiane di legno e velate dai leggeri tendaggi, tanto che solo una debole luce passava... debolissima, eppure sufficiente a dilaniarmi quel cerchio che sentivo alla testa...
Sapevo perché mi sentivo tanto male...
ricordavo perfettamente la sera precedente, il cimitero, la lapide, il freddo, le lacrime e i singhiozzi...
ricordavo di aver chiuso gli occhi lì...
e poi non ricordavo più niente.
Esitai, dunque, alle parole di Jacopo...
mi stupii un po’, forse, per la tranquillità con cui aveva detto che mi avevano trovata...
nella campagna, aveva detto...
Lo fissai per un istante, incerta...
“Trovata?” mormorai poi “Chi... chi è stato a trovarmi? E dove... dove mi hanno trovata, esattamente?”
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** Talia **
"Essere profondamente amati ci rende forti.
Amare profondamente ci rende coraggiosi."
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