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Vecchio 04-11-2013, 20.20.41   #1009
Guisgard
Cavaliere della Tavola Rotonda
 
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Cavaliere della tavola rotonda
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Guisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare beneGuisgard di lui non si fa che parlare bene
La musica si diffondeva, leggera e delicata, nella sala fatta di marmo e stoffe trapuntate alle pareti.
Quelle dolci note, dall'eco ora raffinato, ora melodioso, parevano dissolversi tra i cristalli luminosi, le finissime porcellane, i preziosi intarsi del mobilio ricco e sfarzoso.
Centinaia e centinaia di candele ardevano nella sala, riversando ovunque bagliori e screziature che rendevano quell'atmosfera simile a quelle delle favole.
Altafonte e Talia danzavano così, tra decine di coppie, al passo leggero dettato dalla morbida melodia dei violini, dei clavicembali, delle arpe.
Gli occhi azzurri del cavaliere erano in quelli ambrati di lei.
La sua mano stringeva quella della ragazza, mentre con l'altra, delicatamente adagiata sul suo fianco, la guidava con sicurezza in quel ballo senza tempo.
“Dovevo sdebitarmi con voi...” disse il cavaliere alla dama “... l'altro giorno, a casa mia... si, dovrei farmi perdonare... vi ho messo a disagio, in imbarazzo... potrei giustificarmi dicendo di essere stato del tutto soggiogato dalle vostre grazie, milady... ma temo che per una dama dell'alta società come voi ciò sia troppo poco per congedarmi da ogni responsabilità...” sorrise appena “... chissà, magari ne avrete parlato con vostro marito... o forse no... dopotutto il capitano, si dice, sia un abilissimo spadaccino... mi avrebbe già sfidato immagino... ma non posso biasimarlo... io non vi dividerei con nessun altro...” guardò dai vetri il sottostante giardino illuminato “... il giardino di Borgolo... un luogo incantevole mi è stato detto... soprattutto di notte... nelle zone meno illuminate le stelle sono visibili in modo straordinariamente chiaro...” strinse allora la sua mano sul fianco di Talia, per poi salire leggermente sulla sua schiena “... dopo sarò lì, in quel giardino...”

La musica cessò in quel momento ed il ballo terminò.
“Signori e signore...” fu annunciato da un cortigiano “... Sua Maestà!”
E tutti si voltarono a fissare il re che faceva il suo ingresso nella sala.
Ad un tratto qualcuno si avvicinò ad Altafonte e a Talia.
“Talia...” fissandola Jacopo “... dov'eri?” Guardò poi Altafonte. “Cavaliere.”
“Capitano.” Con un cenno del capo questi.
I due restarono a fissarsi per alcuni istanti, poi il capitano spostò i suoi occhi su Talia.
“Vieni, Sua Maestà attende...” e prendendola per mano la portò via.
Mentre Altafonte svanì come un'ombra tra gli invitati.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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