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Vecchio 05-11-2013, 16.59.37   #1022
Clio
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Clio sarà presto famosoClio sarà presto famoso
Abbassai lo sguardo e annuii impercettibilmente a quell'invito silenzioso.
Così, lo precedetti all'interno della grande sala, colma di euforia e curiosità.
Osservai il re sedersi sul trono. Una lacrima leggera mi sfiorò la guancia.

La porta si aprì d'improvviso, facendomi sussultare.
Erano ore che spiavo quella porta, i bambini non potevano entrare, avevano detto.
Così, io è Diomede ce ne stavamo nascosti ad osservare.
Il cuore iniziò ad accelerare e ci sporgemmo dal nostro nascondiglio per vedere cosa fosse successo.
Mio padre fu il primo a uscire, aveva il volto pallido e gli occhi scavati dal pianto, tuttavia c'era un'espressione severa e solenne nei suoi occhi chiari.
Fissava un punto indefinito davanti a lui, oltre la finestra.
Una grande folla si era radunata nel cortile, per stringersi attorno al re morente.
Furono il medico e il religioso ad uscire per ultimi, il capo chino.
Io e mio fratello uscimmo dal nascondiglio, e sorridemmo timidamente a nostro padre.
Per un momento, i suoi occhi si posarono su di noi e mi parve di scorgere l'ombra di un sorriso in quello sguardo che era triste e solenne allo stesso tempo.
Avrei voluto correre da lui, abbracciarlo, ma non potevo: anche se bambina, sapevo bene che le cose non sarebbero mai tornate come prima.
Non era più soltanto nostro padre, aveva un'intero popolo a cui badare.
Mio nonno era molto amato, in ogni angolo di Crysa, il suo era stato un regno lungo, pacifico e prospero.
Sapevo bene quanto mio padre tenesse a lui.
Ma sapevo anche che non poteva abbandonarsi al lutto come un uomo qualunque.
"Sua maestà ha lasciato questo mondo.." Disse il medico, in tono solenne.
Dopo un lungo, intenso silenzio, i presenti iniziarono ad inchinarsi profondamente.
"Lunga vita al re.." Si levò da ogni parte della stanza.


La voce vivace di Duon mi desto da quel ricordo lontano.
"Cosa vi fa pensare che non sia già tra noi.." Dissi, gaiamente.
"Mi chiedo quale sarà il prossimo fiore: un orchidea, una rosa rossa, un papavero blu?".
Sorrisi, pronunciando quelle parole con noncuranza, sperando in realtà che il capomazdese potesse rispondere alla mia domanda insespressa.
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