Un attimo dopo la porta si aprì e davanti ad Elisabeth apparve un perfetto frate Agostiniano.
Velv si era attaccato sul viso una barba finta, lunga e brizzolata e una parrucca sulla testa dello stesso colore.
“Pace e bene, sorella...” disse fissandola “... cara suor Agnese... vi presento fra' Bartolomeo...” indicando se stesso “... siamo diretti alla casa di Santa Zita in pellegrinaggio... e udite le cose sulla chiesa di Santa Felicita abbiamo pensato bene di portargli il nostro conforto... è dura reggere una chiesa il cui ingresso è spesso vietato ai fedeli.”
Lasciarono poco dopo i loro alloggi e raggiunsero a piedi Santa Felicita.
Qui furono fermati dai soldati che piantonavano la chiesa.
“Pace e bene, figlioli...” mormorò Velv “... sono fra' Bartolomeo e lei è suor Agnese... eravamo diretti a pregare presso la casa di Santa Zita... ma udendo da alcuni viaggiatori di cosa accade qui ci è parso giusto, per Carità Cristiana, portare conforto al sacerdote di questa chiesa...”
“Non è possibile entrare.” Sentenziò uno dei militari. “Per nessuno. Sono gli ordini.”
“Comprendo, figliolo...” annuì Velv “... e non è possibile per voi andarlo a chiamare? Così lo vedremo qui, senza dover entrare... pregheremo davanti alla chiesa tutti e tre... e vi prometto che pregheremo anche per voi e per la vostra famiglia...”
Il soldato li fissò.
“Aspettate qui...” mormorò “... vedrò ciò che si può fare...” e si allontanò.
“Speriamo bene...” a bassa voce Velv ad Elisabeth.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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