Talia, così, lasciò la sala del ballo e piano raggiunse il terrazzo e da qui le ampie scale che davano verso il giardino di Borgolo.
L'aria era fresca, quasi fredda.
La sera era però incantata, chiara di stelle scintillanti.
Una sera magica, degna di quel firmamento.
Tale che ogni stella pareva brillare di una luce differente da tutte le altre.
Milioni di luci, dai riflessi vivi e variegati, scintillavano dunque nella volta celeste che sovrastava Borgolo.
E uscendo nel giardino, Talia si lasciò avvolgere e poi sprofondare nell'incanto di quella sera.
Una sera fatta di suoni e colori leggeri, soffusi e di magia e di mistero.
Il contrasto tra il silenzio quasi assoluto del giardino con i rumori della sala del ballo sembrava distinguere quei due luoghi, conferendo al Borgolo i tratti e le fattezze di uno scenario fiabesco.
Talia fece pochi passi e subito fu parte di quel mondo quasi ancestrale.
Fino a quando, come uno spettro, le apparve qualcosa.
Un'ombra, una figura immobile accanto ad un basso muretto.
Fissava la statua di Giove che fiancheggiava lo stretto corso di un vialetto perso tra la lussureggiante vegetazione.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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