Talia vide quella figura, incerta e quasi confusa con l'incanto della sera, davanti alla statua del Giove Pluvio e lentamente cominciò ad avvicinarsi.
“Ciò che conservo di queste terre” disse all'improvviso la misteriosa ombra “è il ricordo di questo infinito manto di stelle... non so perchè, ma ognuna di esse splende di una luce diversa... da dove provengo io questo meraviglioso spettacolo spesso è celato... le calde sere d'Estate o la foschia coprono a volte il cielo... in certe sere d'Inverno, invece, il freddo ed asciutto vento libera il firmamento agli occhi degli uomini... soprattutto degli esuli, degli emarginati, dei sognatori e degli innamorati... per questo forse amo l'Inverno... è la stagione del freddo ed il freddo libera... libera l'aria dall'umidità... e libera le anime sulla Terra... lo sapevate?” Sorrise appena. “Per questo si narra che le apparizioni dei fantasmi vengono precedute da un senso di freddo... perchè siete scesa qui stasera? Questo giardino ora è la dimora delle ombre e degli spettri... io stesso faccio parte di essi... i vivi sono su, in quella sala a ballare... qui vi è solo solitudine... come il fiore che portate nei capelli...” e si voltò a fissarla.
Ma il buio della sera teneva celato il suo viso.
Solo i suoi occhi chiari erano appena visibili.
Occhi chiari ed enigmatici che fissavano Talia.
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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