“L'erica...” disse la figura a Talia “... nel linguaggio dei fiori simboleggia la solitudine... si, forse è stato uno spettro a donarvelo... gli spettri soffrono di solitudine... nel romanzo Cime Tempestose lei torna come ombra per portarsi via lui... ma loro si amavano... forse l'amore evoca gli spettri... ma probabilmente ad evocarmi è stato l'odio... del resto chi mi ama qui? Chi mi ha rimpianto? Si, avete trovato la mia tomba... e da lì che provengo ora e all'alba vi farò ritorno... vorrei portarvi con me... ma la legge delle ombre lo permette solo vi è amore...” i suoi occhi chiari erano su di lei, fissi, senza mostrare la minima emozione “... tu non mi amavi allora e non mi ami ora... perchè sei scesa qui? Non hai paura di me? Potrei portarti via come Ade fece con Euridice... e dentro di te sai che lui non sarà mai come Orfeo... non potrà venirti a prendere... lo sai, vero? Perchè lui non ti ama come ti amo io... io sono Orfeo ed sono qui perchè ho vinto la morte...”
Allora uscì finalmente dalla penombra che lo proteggeva e si mostrò alla ragazza.