Mi pentii subito di averlo fatto.
Non solo Missani era un pessimo ballerino, ma il modo in cui mi guardava mi ripugnava, così come la sua mano sulla mia schiena.
Ma quando lo sguardo inquieto di Roberto incontrò il mio, sorrisi tra me e me.
Era geloso? Di quell'essere ripugnante?
Infondo, non ne aveva alcun diritto, così come io non ne avevo verso di lui.
Ma la mancanza di indifferenza in quegli occhi mi fece sospirare di gioia.
Quando finalmente la musica finì, tornammo ai nostri posti.
Io e Simone, Roberto e Selenia.
Non risposi alle parole di Roberto, mi limitai a guardarlo sorridendo divertita, con l'aria di chi ha fatto una marachella, e a lanciai una fugace occhiata, intensa ed appassionata.
Quel gioco doveva finire, riusciva ad essere divertente e doloroso allo stesso tempo.
Prima o poi avremmo dovuto trovare il coraggio di parlarci chiaramente, per quanto difficile.
Le parole del capitano mi arrivarono lontane, e mi riscossero da quei pensieri.
"Tutte le uscite? Ottimo.. E, se posso permettermi, avete controllato i passaggi segreti? Un Palazzo Reale non può non averne.." Restai pensierosa "...certo, voi non potete conoscerli tutti, alcuni saranno noti soltanto al re, naturalmente, e non vi rivelerà mai la loro ubicazione.. Alcuni possono essere lunghissimi, e finire in aperta campagna..".
O al porto..
Sorrisi per un breve momento, un sorriso dolce e malinconico.
Quante volte avevo usato quel passaggio, sgattaiolare via nei limpidi pomeriggi autunnali, quando non avevo il permesso di uscire perché avrei dovuto fare qualcosa di più importante a palazzo.
Roberto mi aspettava in un luogo preciso, con due cavalli, e per lunghe ore nulla esisteva, se non il cielo di Crysa, i suoi boschi, le sue valli, la spuma di mare dalle scogliere.
Il pensiero della mia terra mi strinse il cuore, come ricordare l'ultima volta che avevo attraversato quel passaggio, con le lacrime agli occhi, la spada di mio padre al fianco, mentre tutto ciò che amavo svaniva dietro di me.
Mi sforzai di sorridere.
"Ma immagino che Sua Maestà abbia già provveduto personalmente..." Dissi, con noncuranza.
Lanciai un'altra rapida occhiata fuori dalla finestra, era una splendida sera stellata, e sicuramente la mezzanotte non era lontana.
Dovevo solo aspettare e poi salutare tutti con una scusa e raggiungere la saletta degli arazzi.
Mi sarei fatta indicare la strada da un servitore.
|