Velv riuscì così a far uscire Elisabeth dalla cappellina.
“Perdonatela...” disse ai soldati “... ora ripartiremo e cercheremo di aver cura delle sue disgrazie fra le mura del nostro convento... l'unico luogo in cui questa poveretta potrà trovare pace...”
“Si, portatela via, frate...” con disprezzo il sergente “... e ringraziate il Cielo che io sono credente... solo per questo non la porterò davanti al capitano... però badate di non tornare mai più qui... ora andatevene...”
“Grazie...” annuì Velv “... che il Cielo possa darvene merito...” e insieme ad Elisabeth uscirono dalla chiesa.
Raggiunsero il ponte e si nascosero in un punto lontano da occhi indiscreti.
“Siete davvero una pazza.” Sentenziò Vel. “Una pazza. Avete rischiato non solo di finire in gattabuia, ma anche di far fallire il nostro intento. Quel quadro non interessa a noi, ma ad Azable. Distruggerlo ci farebbe solo danno. Comunque...” scuotendo il capo “... credo sia una coincidenza assai fortunata questa del trasferimento del quadro... dalla chiesa al Palazzo Reale... infatti chi vuole rubarlo non può farsi sfuggire questa possibilità... e noi ci saremo naturalmente...”
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AMICO TI SARO' E SOLO QUELLO... E' UN SACRO PATTO DA FRATELLO A FRATELLO
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