Velv ed i suoi avevano deciso come seguire l'avvenimento.
Ognuno prese così il proprio posto.
Elisabeth aveva scelto di stare di lato alla vettura.
La carrozza, con a bordo diversi soldati armati, lasciò Santa Felicita.
Il quadro, sempre avvolto nel suo telo, era stato posto nella vettura alla presenza del capitano Jacopo de' Gufoni.
L'uomo aveva infatti lasciato la sua residenza per raggiungere la chiesa.
Alla fine la carrozza partì, diretta verso il Palazzo Reale.
Nelle strade, sebbene chiuse in gran parte, si era riversata una folla nutrita ed incuriosita.
Nessuno infatti aveva mai visto quel quadro.
Solo i chierici.
E a fatica la vettura col prezioso carico si faceva strada in quel marasma generale.
Ad un certo punto, passato il ponte, la carrozza fu bloccata da un carro che si era infilato in uno dei vicoli chiusi.
“Ehi...” disse con rabbia il soldato che conduceva la carrozza alla vecchia che portava il carro “... non vedi che hai bloccato il passaggio? Togliti di là, vecchia! La strada era chiusa!”
Ma la vecchia appariva intontita da quella confusione e impiegò qualche minuto a rimettersi in marcia.
“Al diavolo!” Gridavano i soldati. “Libera la strada!”
Intanto la gente si era avvicinata alla carrozza e ci volle tutta la determinazione dei militari per allontanare quei curiosi.
Addirittura furono sparati vari colpi in aria, per allontanare i più testardi.
Alla fine, rimessasi in cammino la vecchia col suo carro puzzolente, la carrozza col quadro poté riprendere il suo cammino fino al Palazzo Reale.
Ma, arrivata a destinazione, una volta nel cortile del palazzo i militari si accorsero di qualcosa di sorprendente.
Il quadro non c'era più.
Al suo posto vi era solo il telo.
E davanti a quella scena, Jacopo de' Gufoni gridò tutta la sua rabbia.
Intanto la vecchia ed il suo carro maleodorante furono spinti da altri militari verso la periferia della città.
Tuttavia, per uscire del tutto dal centro abitato, occorreva passare un posto di blocco messo lì per controllare la situazione.
“Fermati, vecchia...” disse il sergente “... prima di lasciare la città dobbiamo controllare cosa porti in questo tuo letamaio.” E fece cenno ai suoi di controllare il carro.
“Eh...” scuotendo il capo la vecchia “... ci troverete solo dolore... il mio povero figliolo...”
“Cosa gli è capitato?” Chiese il sergente.
“Due grossi bubboni sotto le ascelle...” mormorò lei “... forse è la peste... la terribile Peste Nera... lo sto portando nel Santuario di Santa Zita... ma forse non arriveremo in tempo...”
“Maledizione!” Inveì il sergente. “Sei impazzita a portare qui quel tuo disgraziato figlio! Vuoi forse far scoppiare un'epidemia in città!” Cominciò a tossire e poi a sputare a terra. “Riparti con questo tuo fetido carro e non tornare mai più in città! Se ti rivedo giuro che ti faccio sparare addosso! E ora togliti dai piedi, vecchia megera!”
“Così disprezzate i derelitti, sergente?” Guardandolo la vecchia.
“Vattene o farò dare fuoco a te ed al tuo carro infetto!” Minacciò il sergente.
E la vecchia col suo carro lasciò definitivamente la città.
Qualche minuto dopo, un gruppo di soldati a cavallo raggiunse il posto di blocco.
“Chi comanda qui?” Chiese il capo del drappello.
“Io.” Facendosi avanti il sergente.
“Da qui dovrebbe passare una vecchia con un carro.” Spiegò il militare a cavallo. “Fermatela. Intesi?”
“Una vecchia?” Ripetè il sergente. “In verità è già passata... poco fa...”
“E l'avete lasciata andare?”
“Beh...” balbettando il sergente “... aveva dietro il suo figliolo malato... volevate che mi buscassi la peste?”
“Volevo solo che usassi la testa, grosso idiota!” Urlò il militare a cavallo. “Quella vecchia, mio caro signor sergente, era quel ladro, Mirabole!”
“Che io sia dannato!” Esclamò il sergente.
“Già!” Annuì il militare a cavallo. “E aveva con sé il quadro!”
“Diavoli dell'Inferno!” Incredulo il sergente.
“Avanti, alzate la sbarra e fateci passare!” Ordinò il militare a cavallo.
Il sergente fece alzare la sbarra e quei soldati galopparono via, all'inseguimento della vecchia.
La raggiunsero poco dopo.
“Sembra sia andato tutto bene, capo...” disse il capo dei militari alla vecchia.
Quella annuì.
“Prendete il quadro” ordinò poi lei a quelli “e portatatelo nel posto stabilito.” E restò a fissarli con i suoi enigmatici ed impenetrabili occhi chiari mentre i falsi soldati si allontanavano.